La purezza norvegese, Quisling e Mathisen
Vidkun Quisling Anders Mathisen
Cari amici,
avete letto ieri su questo sito il pezzo di Manfred Gerstenfeld sulla Norvegia (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=39081)? Se non l'avete fatto vi consiglio di tornarci sopra, perché la Norvegia è forse oggi la vera capitale morale di Eurabia, il centro attivo della delegittimazione di Israele. E inoltre gode di un'immeritata fama positiva, di paradiso di un socialismo nordico inoffensivo e pacifico, che dovrebbe essere l'ispiratore della sinistra europea, anche dopo il fallimento del suo fratello socialismo orientale. Dunque tutto da imitare e da riverire, anche nei suoi atteggiamenti pro-palestinesi.
Al pezzo di Gerstenfeld voglio aggiungere oggi due dettagli significativi. Il primo è un nome, Quisling. Vi dice qualcosa? Una volta era una parola molto usata per indicare i collaborazionisti. A differenza di molti altri paesi che almeno un pochino resistettero, la Norvegia, presa dai nazisti all'inizio della seconda guerra mondiale, formò un governo di entusiasti collaboratori del nazismo, guidato da Vidkun Abraham Lauritz Jonssøn Quisling, il quale fu opportunamente messo a tacere nell'ottobre del '45 quando la Norvegia riprese il suo cammino socialista, mettendo nel dimenticatoio la sua parentesi (nazional)socialista (http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/quisling.htm). Molti aspetti della presenza nazista in Norvegia furono rapidamente dimenticati, fra cui il loro programma eugenetico per far nascere degli eredi delle SS da donne "razzialmente pure" (http://www.lager.it/lebensborn.html); così anche la collaborazione molto attiva dell'esercito norvegese con la Wehrmacht (http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100817123622AAsuMIn) e una persecuzione antiebraica che portò alla totale distruzione della piccola comunità locale (http://www.olokaustos.org/geo/norvegia/norvegia3.htm).
Voi vi chiederete (mi chiederete): perché ricordare queste cose? Sono passati quasi settant'anni e la Norvegia è da allora un posto di sinistra, senza più tracce di quella complicità. Dopotutto, nazismo e socialismo sono ai poli opposti dello schieramento politico, no? Vi rispondo: ne siete sicuri? Prendete per esempio il caso del signor Anders Mathisen che di mestiere fa il deputato sami del Partito labourista norvegese. Di recente dice di aver impiegato alcuni mesi della sua vita a fare turismo per i campi di concentramento tedeschi e ne ha tratto questa solenne convinzione: "Non vi sono prove che esistettero camere a gas né fosse comuni". Vi risparmio il resto. Ci sono alcuni negazionisti in giro per l'Europa, Irving Faurisson, Zundel; ma nessuno fa il deputato come il signor Mathisen.
Bene, sapete a che partito appartiene questo rappresentante del popolo? No, non è nazista, non è uno dei cattivi xenofobi che un giorno sì e l'altro pure la nostra stampa bastona, non è imparentato con Jean Marie Lepen e neppure con Wilders (che coi neofascisti non c'entra niente, val la pena di ribadirlo). No, è socialdemocratico. "Alcuni membri del partito ne hanno chiesto le dimissioni", a quel che sembra, ma non è successo niente. (http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=213159) Almeno in Norvegia si può benissimo essere socialdemocratici (cioè per definizione, anti-israeliani) e negazionisti assieme: dopotutto quei terribili israeliani fascisti e razzisti che perseguitano i poveri palestinesi non sono nipoti di coloro che sono passati per Auschwitz? Magari i nazisti avevano le loro buone ragioni per maltrattarli, come del resto spiegano le fonti palestinesi e perfino la tesi di laurea del loro presidente Muhammad Abbas.
Vedete, cari amici, tout se tien. E in posti franchi e aperti come la Norvegia di pura razza ariana, il rapporto fra antisionismo e antisemitismo non è tormentato come da noi, dove anche i comunisti più puri hanno soprassalti di pudore e pretendono di essere sì contro Israele, ma non contro gli ebrei. In Norvegia, capitale morale di Eurabia, in mezzo al bianco delle nevi, tutto è più chiaro e gli antisionisti non hanno paura di serbare un buon ricordo del loro vecchio premier Quisling.
Ugo Volli