copia di lettera inviata alla Stampa in seguito all'articolo di A.B.Yehoshua sullo sgozzamento della famiglia Fogel:
Gentile direttore,
La costruzione degli "insediamenti" nelle terre conquistate da Israele con la guerra dei 6 giorni (quando, è bene ricordare, gli eserciti di 5 paesi arabi decisero di attaccare Israele con lo scopo dichiarato di cacciare a mare tutti gli ebrei ivi residenti), è sempre stata oggetto di discussioni, anche in Israele. Dopo aver osservato che giustamente Yehoshua non utilizza l'abusato quanto improprio termine di "colonia", desidero attirare l'attenzione sulla parola "espropriati" che lo scrittore usa riferendosi ai terreni in cui Netanyahu ha deciso di costruire nuove abitazioni dopo la strage di Itamar. Questo termine significa “privare il legittimo proprietario di una sua proprietà”; nel caso specifico, quindi, il termine appare non corretto per due distinte ragioni. 1- le costruzioni sorgeranno dentro la cinta degli insediamenti già esistenti, e quindi, non aumentandone l'estensione, non prevedono esproprio di sorta. 2- le terre che stanno oltre la linea verde (quella decisa con l'armistizio del ‘49) sono, al momento, giuridicamente terre di nessuno, non esistendo, all'epoca, uno stato palestinese, e non avendone la Giordania, precedente occupante, rivendicato alcun diritto. Inoltre, con l'eccezione degli accordi israelo-libanesi, gli altri accordi del ‘49 stabilivano chiaramente (su insistente richiesta degli Stati arabi) che le frontiere fissate non costituivano frontiere definitive e permanenti, o de jure. È in questo senso che alcune precauzioni furono menzionate negli accordi firmati, perché le linee stabilite non fossero considerate altrimenti che a fini militari e provvisori. Qui sta gran parte del problema che rende così difficile per tutti trovare una soluzione, e questo va, a mio parere, ricordato quando si parla di questi insediamenti, iniziati coi governi della sinistra laburista e continuati con quelli della odierna maggioranza di destra; usare termini impropri non aiuta né a comprendere la situazione, né a favorire la pace.
Emanuel Segre Amar
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La morte estremamente brutale di cinque membri della famiglia Fogel non è qualcosa che si può facilmente dimenticare, neppure in questi nostri tempi di informazione convulsa e incontrollata. Per questo ho seguito in questi giorni con particolare attenzione la stampa internazionale e quella israeliana in lingua inglese per trovarvi indicazioni sull'andamento delle indagini. Poi ieri ho letto l'editoriale di Yehoshua e quella frase dove lui parla della famiglia "brutalmente assassinata nel sonno da 2 terroristi palestinesi provenienti da un vicino villaggio" (così la traduzione).
Se siete in possesso della fonte di questa notizia - che evidentemente allude se non all'arresto all'identificazione degli assassini - vi sarei molto grata se poteste comunicarmela. O forse altri lettori lo potranno fare. Cordialmente, AK
Gentile lettore, le consigliamo di rivolgersi direttamente alla Stampa, che ha pubblicato l'articolo di A.B.Yehoshua.
un saluto cordiale