Papa' svegliati, papa' svegliati!!
Non era la prima volta che facevo una visita del genere. Anche l'altra volta era a Gerusalemme, nella citta' vecchia dove
Rav Lipshiz
abita e lavora, e' il direttore della Yeshivat Hakotel, dove ho studiato e mi sono sposato ormai quasi quattro anni fa'.
Infatti, man mano che ci avviciniamo al quartiere di Arnona, dove abita
la famiglia Ben-Ishai
, mi ritornano in mente i ricordi, le immagini e la desolazione che quella visita mi lascio' per settimane. Yochai, il figlio di
Rav Lipshiz
, fu assassinato da un terrorista che entro' nella bibloteca della Yeshiva Merkas Harav ed inizio' a sparare all'impazzata sugli studenti. Durante i 15 minuti dell'attacco, insiene a Yochai, il terrorista uccide altri 7 studenti e ne ferisce gravemente 9, prima che
David Shapira
, ufficiale paracadutista, di passaggio davanti alla yeshiva, riesce a fermarlo.
Anche quella volta venne un ministro alla Shiva, Rav Lipshitz gli racconto' cosa stava studiando Yochai e della gemara insanguinata che gli aveva riportato il suo maestro. Ricordo che rimasi impressionato dalla fede e dalla forza interiore che sprigionavano le sue parole. A sentirlo sembrava come se chi fosse stato ammazzato era uno dei tanti studenti della Yeshiva e che lui fosse li a consolare i visitatori.
Qualche settimana fa' sono andato a pregare kabalat shabbat al Kotel, l'ho incontrato, sepre molto gentile, sorridente e premuroso, ma e' da tempo che il suo sguardo e' cambiato, sembra come che i suoi occhi si siano deformati.
In macchina durante il viaggio da Tel-Aviv, Rino mi faceva notare che anche quell'attentato fu vicino a Purim, ho verificato, fu il 6 marzo del 2008, il 30 di Adar A', due settimane prima di Purim.
L'undici marzo 2011, Udi (36 anni), Rut (Ben-Ishai Fogel, 35 anni) e i loro tre figli Elad (4 anni), Yohav (11 anni) e Hadass (3 mesi!) sono stati trucidati a sangue freddo da un terrorista, infiltratosi nellla loro casa nel villaggio di Itamar a pochi chilometri dalla cittadian palestinese di Nablus.
...Tamar Fogel (12 anni) la sera di venerdi' 11 marzo ritorna a casa verso mezza notte, dopo una serata di attivita' al Bene-Akiva, cerca di aprire la porta ma non ci riesce, e' chiusa dall'interno. Fa' il giro e dalla finestra intravede il fratello Roi (8 anni) addormentato sul divano, una strana confusione nel salotto e sente l'altro fratello Ischai (3 anni) che piange. Sapventata si precipita dai vicini, Rav Yaakov Cohen prende la pistola e con Tamar si dirigono verso
la casa. Svegliano
Roi
che viene ad aprirgli
la porta. Rav
Cohen
ancora non capisce cosa sia successo e manda Tamar a guardare in camera dei genitori. Tamar entra nella stanza, sul letto vede il papa' Udi (36.5 anni) in un bagno di sangue, a fianco c'e'
la sorellina Hadass
(3 mesi!) anche lei piena di sangue, per terra
la mamma Rut
(35 anni) anche lei insanguinata.
Al grido satraziante della Bambina, Yaakov si precipita nella stanza e scopre l'orribile tragedia, il pogrom della famiglia Fogel. Ichai (3 anni) e' ai piedi del letto piange e continua a ripetere "papa' svegliati, papa' svegliati!"
Rav Cohen porta
fuori dalla casa i due bambini e con i suoi due figli armati iniziano a perlustrare la casa, nell'altra camera da letto trovano Elad (4 anni) e Yohav (11 anni) entrambi sgozzati nei loro letti e sangue che sgroga da tutte le parti.
Il ministro per la Diplomazia e gli Affari della Diaspora Edelstein, con il consenso della famiglia, ha reso pubbliche le foto del massacro. "Vogliamo che il mondo capisca con chi abbiamo a che fare!" Fatica sprecata!
Hanno costruito una tenda bianca per accogliere i visitatori di fronte alla casa dei genitori di Rut,
la famiglia Ben-Ishay. Il
padre, Rav Yohav Ben-Ishai e' il Rabbino di un tempio del quartiere, ha fatto la haliya dalla Francia negli anni sessanta per venire a studiare alla Yeshiva Merkas Harav. Entriamo. Ci sono tre gruppetti di persone. In uno c'e' il papa' di Rut, in un altro la mamma e nel terzo i fratelli. Ci accostiamo al gruppo che circonda Rav Ben-Ishai, e' seduto su una sedia bassa, ha degli occhiali scuri, si dondola avanti e in dietro come se volesse scacciare i pensieri.
Parla con la gente intorno a lui e riceve i tanchumim (condoglianze) da parte dei visitatori. Non si riesce a sentire quasi niente di cio' che dice, mi avvicino, e contemporaneamente arriva il ministro degli esteri Liberman.
Lo fanno sedere vicino a Yohav. I due si parlano ma ancora non riesco ad afferare bene cosa si dicono. Ad un certo punto il padre di Rut dice a Liberman: "ti racconto che tipo era il mio Chatan (genero) Udi". Arrivata l'eta' dell'arruolamento, chiede di partecipare ai Gibushim (selezioni) per entrare nei corpi scelti dell'esercito. Durante le prove fisiche alcuni dei suoi compagni rimangono indietro dal traguardo dell'obbiettivo. Udi torna indietro per aiutarli e trascinarli alla meta. Gli ufficiali gli dicono che lo scopo era quello di arrivare primo e non passa la selezione.
La lezione da imparare, dice il padre di Rut, Rav Yohav Ben-Ishay, e' che nella societa' ci sono persone piu' deboli e il compito di quelle piu' forti e' di sostenerle ed aiutarle ad andare avanti. "Noi ti benediamo che tu possa essere sempre tra i forti e disponibile ad aiutare i piu' deboli della societa'", gli dice.
La forza e la Emuna (fede) che ha questa famiglia mi fa' sentire cosi' piccolo! E' la stessa sensazione che provai dopo la visita a
Rav Lipshiz
tre anni fa'. E' come se fossero loro a consolare i visitatori e non viceversa.
Vado a stringere la mano a
Rav Ben Ishai
: " Yenachamu min Hashamim".
Tra i visitatori c'e' anche Ishay, il moel di mio figlio ShlomoItamar.
Usciamo dalla tenda abbiamo entrambi gli occhi rossi, non riusciamo a parlare, per fortuna un ragazzo ci chiede un passaggio e ci riporta bruscamente alla realta' del viaggio di ritorno a Tel-Aviv.
La sera torno a casa dal lavoro, mio figlio ShlomoItamar (3 anni) ha festeggiato Purim all'asilo, si e' travestito da pagliaccio. L'indomani mattina ricevo una mail, racconta di un'attrice di teatro che dall'impulso di manifestare la sua compassione, e' andata al villaggio di Itamar a fare uno spettacolo ai bambini dell'asilo. L'insegnante di Elad, tra le lacrime gli racconta che Elad aveva gia' deciso da cosa si voleva travestire, da soldato, "ma non uno qualsiasi" ha detto, da Moshe Dayan. Aveva 4 anni.
H' Incom damam!