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La Stampa Rassegna Stampa
28.03.2011 (Pen)ultime dalla Libia: Obama ha un piano ?
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 marzo 2011
Pagina: 6
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Hillary ai fedeli del raiss: Abbandonate il regime»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/03/2011, a pag. 6, l'articolo d Maurizio Molinari dal titolo "Hillary ai fedeli del raiss: Abbandonate il regime".


Maurizio Molinari, Barack Obama

Gheddafi è rimasto senza armatura e il regime può franare dall’interno, ma nessuno può prevedere quanto durerà l’operazione «Odyssey Dawn»: è questo il messaggio che Hillary Clinton e Robert Gates recapitano agli americani, preparando il terreno a quanto dirà questa notte il presidente Barack Obama parlando dalla National Defence University di Washington.

In una raffica di interviste ai maggiori talk-show domenicali, il Segretario di Stato e il capo del Pentagono descrivono l’intervento militare in Libia come una scelta necessaria che sta iniziando a dare frutti. «Abbiamo tolto l’armatura a Gheddafi», dice Gates, sottolineando il successo dell’imposizione di una «no fly zone» destinata a «comportare l’impiego di meno risorse in futuro rispetto a quanto avvenuto finora» e dunque a costare di meno al Congresso. Ciò che conta per Hillary Clinton è che «grazie al lavoro svolto dalla coalizione iniziamo a vedere dei risultati sul terreno», perché «le truppe di Gheddafi non assediano più Bengasi ma stanno iniziando a tornare indietro verso Ovest», consentendo ai ribelli di «riconquistare il terreno perduto».

I bollettini militari avvalorano tale lettura: se pochi giorni fa le unità lealiste sembravano in procinto di espugnare Bengasi, ora i ribelli hanno ripreso Ajdabiya, il terminal petrolifero di Brega e avanzano verso Ras Lanouf. Ma sulla durata delle operazioni di «Odyssey Dawn», ora guidata dalla Nato, Gates non si sbilancia: «Nessuno può dire quanto a lungo resterà attiva la “no fly zone”», spiega, sottolineando che, se nell’Alleanza c’è chi ipotizza un periodo di tre mesi, al Pentagono «c’è chi pensa che potrebbe durare molto di più». Ciò significa che le valutazioni dell’intelligence assegnano ancora a Gheddafi una consistente capacità di controllare la Tripolitania.

Forse per questo Gates lo incalza, suggerendo che «potrebbe esserci un crollo interno nel regime» grazie all’abbandono del Colonnello da parte dei militari più fedeli. E per dimostrare di avere informazioni dettagliate su quanto avviene nell’entourage del Colonnello, Gates aggiunge di aver letto «documenti che descrivono come le forze del regime spostino i cadaveri dei civili uccisi per far credere che la loro morte sia stata causata dalla coalizione».

Gates ostenta sicurezza sul fatto che la sorte politica di Gheddafi è segnata: «Non dovrebbe sentirsi troppo sicuro dopo 42 anni di dittatura, se fossi in lui smetterei di affiggere quadri». Come dire, non riuscirà a rimanere in sella a lungo, anche se l’obiettivo di Odyssey Dawn è «proteggere i civili libici e non un cambio di regime», come ribadisce Clinton al fine di tracciare la differenza con gli interventi militari decisi da George W. Bush.

Anche Hillary fa capire che il regime potrebbe crollare dal di dentro e si rivolge esplicitamente alle «persone che stanno attorno a Gheddafi»: «Voglio mandargli un messaggio: siete sicuri di voler diventare dei paria e di voler finire davanti al Tribunale penale internazionale? Tocca a voi uscire allo scoperto e cambiare la direzione degli eventi».

L’appello alla defezione non potrebbe essere più esplicito, ma quando i conduttori di Cbs, Nbc, Fox e Abc le chiedono che cosa pensi delle obiezioni dei leader del Congresso sul fatto che Obama non ha chiesto all’aula l’autorizzazione di impiegare le truppe, la replica è: «È una domanda che merita risposta».

Ciò significa che sarà Obama a darla quando parlerà oggi alla nazione, all’1,30 di notte ora italiana. I repubblicani lo aspettano al varco. Il senatore dell’Indiana Richard Lugar picchia duro: «Il presidente non ci ha ancora illustrato un piano sull’impegno in Libia, sugli obiettivi che si propone, su come vuole raggiungerli e sulle spese che affronteremo».

A difendere la Casa Bianca ci pensa Joe Lieberman, senatore indipendente del Connecticut, secondo il quale «innumerevoli civili in Libia sono stati salvati da un intervento che ha fatto capire con chiarezza a regimi e dittatori arabi, a cominciare da Bashar al-Assad, qual è il prezzo che pagheranno se decideranno di ricorrere alla repressione per non ascoltare le istanze dei loro popoli».

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