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Come inganna i propri lettori il giornale 'Terra' 26/03/2011

copia di lettera inviata al giornale TERRA:

Signora Annalena Di Giovanni,
fin dalla lettura delle prime parole del suo articolo pubblicato su Terra, si capisce chiaramente che lei non voleva informare i suoi lettori, ma piuttosto fare un lavoro di sottile e volgare manipolazione politica. Come è possibile, dopo quasi un secolo di attentati compiuti dagli arabi contro gli ebrei in Medio Oriente (e non soltanto), definire “strano” l’attentato contro l’autobus a Gerusalemme? Ovviamente lei non spiega dove stia la stranezza, e quindi si dimostra, già da questo, che lei non voglia fare giornalismo, ma solo propaganda politica. Subito dopo scrive che gli haredim hanno tentato di linciare un giornalista; come lei sa, sul posto dell’attentato, di giornalisti, anche stranieri, anche britannici, ce n’erano molti; se uno di loro è stato assalito da alcuni facinorosi (e noti, in uno stato di diritto come è Israele, non vi è problema a chiamarli facinorosi), forse vi poteva essere una qualche ragione.
Se lo è chiesto, lei? Tutti gli altri sono rimasti indisturbati a compiere il loro lavoro. E a questo punto, signora Di Giovanni, finalmente lei inizia con la lunga serie di sproloqui e di falsità, non censurabili solo in grazia della libertà di scrivere anche il falso che vige in Italia (a differenza di quanto avviene nei territori governati, ad esempio, da Fatah e da Hamas).
Scrive infatti che “Israele lancia la prima pietra...e bombarda Gaza da giorni”; peccato che lei dimentica di ricordare gli oltre 140 tiri di missili e di mortaio che ci sono stati dall’inizio dell’anno (56 nella sola giornata di domenica, quando appunto Israele ha iniziato, come appunto lei scrive, a rispondere contro Gaza). A leggere di quella “mera brama di morte” che avvinghierebbe i sionisti, viene da chiederle: ma quanti ne ha conosciuti che bramino la morte, e non piuttosto la vita di tutti, come sempre viene insegnato, fin dalla prima infanzia, nelle scuole ebraiche di tutto il mondo?
Lei si confonde coi palestinesi che, al contrario, insegnano ad ammazzare l’ebreo (sì, ha letto bene, l’ebreo); questa lezione arriva già coi cartoni animati per i più piccoli, e continua in un crescendo che porta, appunto, alla preparazione dei “martiri”. Bisogna, a questo punto, chiederle se lei ha sostenuto esami di lettere in un eventuale corso di laurea. Infatti, quando scrive che il vice ministro Shalom avrebbe detto: “speriamo di poter evitare una Piombo fuso due”, non capisce che la volontà è di evitare una nuova guerra, e non è una “dichiarazione di guerra”, come lei dà da intendere ai suoi lettori? Creda, è solo una questione di conoscenza della lingua italiana, forse a lei non ben nota.
Come fa a stupirsi, al punto da dichiarare “strano”, che a Gerusalemme qualcuno possa lasciare un attimo una borsa? Crede forse che, in ogni istante ed in ogni luogo sia possibile controllare tutto? Suvvia, non faccia ridere i suoi numerosi lettori. Solo il buon Dio, nel quale lei forse crede, potrebbe controllare tutto, continuamente.
Gli israeliani, ne stia certa, sono dei comuni mortali come lo siamo noi tutti. “Vendetta” di Netanyahu, scrive lei? Può forse indicare un solo capo di governo al mondo che possa accettare i 140 tiri che, in meno di tre mesi, sono arrivati sul territorio dello Stato, e non risponda? Lei sa bene che in genere basta molto meno perché si reagisca, e tale risposta non è una vendetta, ma una giusta, normale, doverosa reazione. Questa è la politica, signora Di Giovanni, in tutti i paesi della terra! Ed ora, signora, un’altra piccola lezione, dopo quella di italiano: su Beersheba cadono missili, di fabbricazione sovietica, denominati Grad; sono anche piuttosto sofisticati, molto pericolosi, e non hanno nulla a che vedere coi katiusha dei quali lei parla nell’evidente tentativo di diminuire la gravità dei crimini di Hamas.
Se poi è vero che non vi è stata “nessuna vittima fra gli israeliani”, si ricordi che, se ci sono stati solo feriti, è per pura fortuna, dal momento che i razzi sono caduti nel centro di città come Beersheba e Ashkelon. A questo punto bisogna chiederle informazioni sul “colono disperato che si è tolto la vita sparandosi”; in effetti, da verifiche effettuate in Israele, non è stato possibile individuare l’episodio al quale si riferisce, che evidentemente non è poi così importante da meritare di finire su una pubblicazione come Terra.
Quanto alla recente legge approvata alla Knesset, di nuovo dimostra una scarsa conoscenza della lingua: non è vero che, chi lo desidera, non possa commemorare la Nakba, signora, ma lo deve fare privatamente mentre, sulla pubblica via, deve astenersi dal manifestare bruciando bandiere e compiendo atti di violenza.
Sono le dure leggi della democrazia, signora, che lei dimostra di non accettare, ma che, nei paesi governati dalle dittature islamiche, sono ancora ben più severe. E, en passant, si ricordi che, quando questa nakba iniziò, l’Unità, organo ufficiale del partito al quale è probabile lei abbia fatto riferimento, pubblicò, in prima pagina, l’invito di Ben Gurion a non abbandonare Israele, a non credere ai vari dittatori arabi che promettevano un pronto rientro grazie alla guerra (che scatenarono, ma che ebbe un esito catastrofico per gli arabi, da cui, appunto, la nakba).
La “pulizia etnica”, della quale parla Ilan Pappe, è talmente una invenzione, che in Israele un arabo presiede il tribunale che condanna un ex presidente dello Stato, altri arabi siedono alla Corte costituzionale, dirigono le sedute del Parlamento, e così via.
Quasi come in Egitto dove domenica scorsa (ma lei lo dimentica) è stato deciso, contro il parere dei giovani che avevano fatto la rivoluzione, che i copti non hanno pari diritti dei musulmani, o, peggio, come nel futuro stato di Palestina, dove gli ebrei non potranno entrare (nemmeno tra le eventuali truppe internazionali!), secondo le dichiarazioni di Abu Mazen. “Razza”? Scrive che si parla di razza in una legge israeliana? Ma dove se la è inventata questa balla? Ma non se lo permetta! Anzi, si vergogni di ingannare in tal modo i suoi lettori e di aizzarli così vergognosamente contro gli ebrei! Finalmente, alla fine del suo articolo, tutto diventa chiaro: Assad (talis pater talis filius) sarebbe “il sostenitore di un modello di dittatura soft”; infatti, come Terra non ha mai parlato dei crimini della dittatura (di minoranza) degli alauiti, così si è ben guardata, fino a pochi giorni fa, di parlare dei crimini dei dittatori come Ben Alì, Mubarak, Gheddafi. Ma è questo il modo di informare di come va il mondo? Direi proprio di no, signora Di Giovanni.
Emanuel Segre Amar


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