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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.03.2011 La morale di Amos Oz e David Grossman
commento di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 marzo 2011
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti Sergio HaDaR Tezza
Titolo: «Gli scrittori immorali d'Israele»

Riportiamo da YEDIOT AHRONOTH l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Gli scrittori immorali d'Israele". L'articolo, originariamente in inglese, è stato tradotto da Sergio HaDaR Tezza. Per leggere l'originale, cliccare sul link sottostante:
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4046028,00.html


Giulio Meotti, Non smetteremo di danzare (ed. Lindau)

Gli autori israeliani non sono mai stati timidi. Hanno sempre commentato sui loro governi e hanno sempre parlato di politica nei loro romanzi.  Ma gli scrittori israeliani best seller sono ora prigionieri di una pericolosa sindrome.  Uno può legittimamente criticare i governi israeliani, i loro errori e sordità.  Ma un malessere oscuro spinge ora questi autori a stare al passo con le peggiori emozioni dell'opinione pubblica globale.

Questa è la stessa opinione pubblica che essenzialmente ha boicottato le notizie tragiche di una grande, bella e compassionevole famiglia Ebrea distrutta in un istante, quando dei terroristi fecero irruzione nella sua casa a Itamar con in mente un solo scopo: assassinare quanti più Israeliani possibile. 

Vi è ormai un baratro tra le pretese di "coscienza" di codesti scrittori e il crudo realismo della Storia.  Il che è ancora più triste e significativo, in quanto non parliamo di scrittori che odiano Israele, o di romanzieri che pontificano contro lo Stato Ebraico dall'estero, ma di gente del posto. 

Amos Oz e David Grossman, gli autori più celebri in Israele, hanno precedenti di compimenti sionistici seri.  Ma Oz si è appena messo in contatto con Marwan Barghouti, il leader terrorista palestinese condannato per l'assassinio di cinque Israeliani e per la pianificazione di diversi attentati.  Colui che ha ricevuto il Premio d'Israele ha mandato al terrorista un suo libro con dedica personale augurandogli una pronta liberazione dalla prigione: "Questa storia è la nostra storia.  Spero che tu la legga e ci capisca meglio, come noi cerchiamo di capire te.  Spero d'incontrarti presto in pace e libertà." 

In realtà, la distanza fra codesti autori e la ghigliottina che minaccia Israele aumenta ogni giorno di più.  David Grossman, il cui figlio Uri fu ucciso nella Seconda Guerra del Libano, fu i primo scrittore israeliano ad esplorare la psicologia dell'occupazione israeliana dopo il 1967.  Da allora, il paradigma di Grossman, messo semplicemente, è sempre lo stesso: Israele deve metter fine al suo ruolo di occupante e oppresore se si vuole che finisca l'orrore del terrorismo.

Israele si merita di meglio

Sembrerebbe che la coscienza d'intellettuale di Grossman non sia stata scossa dall'attacco alle Torri Gemelle, dai 1600 civili Israeliani assassinati in attacchi terroristici, da una decade di razzi sulle città del Sud d'Israele o dal culto della morte atomica dell'Iran. 

Poco dopo la Guerra di Gaza, Grossman fece appello alla creazione di una commissione d'inchiesta indipendente sulla condotta di TsaHaL, spianando la via al rapporto Goldstone pieno di pregiudizi. Spinse anche per il dialogo con Hamas.  Quando Grossman andò a ricevere un premio in denaro offerto dallo Stato d'Israele, rifiutò di stringere la mano al Primo Ministro Ehud Olmert. 

Dopo il caso della flottiglia, Grossman accusò Israele di comportarsi come “una banda di pirati.” Dise che il blocco su Gaza era "spregevole", attaccando il Governo Israeliano che a detta sua sarebbe "pronto a endere amare le vite di un milione d'innocenti nella Striscia d Gaza per ottenere la liberazione di un soldato prigioniero." 

Invero, la moralità degli scrittori israeliani non è più attonata con la realtà e le sue contraddizioni, con la sicurezza d'Israele, la sua stessa esistenza, identità e memoria.  Le pubblicazioni di codesti autori attirano cosí tanta attenzione all'estero a causa dell'influenza funesta che hanno sulla reputazione d'Israele, dal momento che promuovono le distorsioni più maligne su Israele. 

Quando Ariel Sharon inviò le forze armate in Giudea e Samaria per sconfiggere i terroristi, entrambi Gossman e Oz andarono ad aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive.  La loro nobile generosità non fermò Hamas dall'assassinare due bambine ebree in due insediamenti lì vicino: Linoy Sarussi e Hadas Turgeman. Aesso, di nuovo, dopo che un'altra famiglia ebrea è stata distrutta a Itamar, gli scrittori hanno scelto di mandare cartoline e libri ai terroristi.
Israele si merita bardi migliori. 

Giulio Meotti, giornalista a Il Foglio, è l'autore di "Non Smetteremo di Danzare" [A New Shoah, in Inglese]: La Storia Non Raccontata delle Vittime Israeliane del Terrorismo


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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