Notizie dal vasto mondo
Cari amici, state pensando che vi siete stufati di Eurabia e vorreste emigrare in posti meno votati al suicidio culturale dell'Occidente e all'antisemitismo che gli è strettamente legato? Vi capisco, anzi mi sento corresponsabile per questo vostro sentimento. Il problema è che non è facilissimo capire dove si potrebbe andare. La grande ondata antisemita (pardon, antisionista, anzi: di "legittima critica" delle "politiche criminali" del "governo dei coloni"), avanza in tutto il mondo. Pensate che qualche giorno fa la BBC ha pubblicato un sondaggio condotto in 27 paesi in cui si chiedeva agli intervistati di dire quali paesi avessero un influsso più positivo o negativo sul mondo. La classifica uscita è la seguente: Germania, UK, Giapppone, Canada, Francia, U.S., Brasile, Cina, Sud Africa, India, Sud Corea, Russia, Israel, Pakistan, Nord Corea, e Iran. (http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/israel-grouped-with-iran-north-korea-as-world-s-least-popular-countries-1.347636). Non so come si sentano posti allegri come la Corea del Nord, l'Iran e il Pakistan a stare vicino a Israele, ma certo gli israeliani non gradiscono. Dei paesi sondati, 22 su 27 avevano una visione negativa di Israele, guidati da Egitto, Turchia e Indonesia, mentre lo vedevano positivamente gli Stati Uniti, la Russia, il Ghana e la Cina, che nel mondo sono maggioranza, sia economica che politica, ma evidentemente non basta.
Ma magari voi pensate che ci sono dei posticini tranquilli dove l'influenza islamica o neocomunista non arriva e si potrebbe vivere in pace. Be', non vorrei scoraggiarvi, ma eccovi un paio di esempi in contrario: se l'Irlanda così verde e pacifica vi sembra un buon candidato, guardatevi qui la notizia di un conferenziere israeliano attaccato fisicamente e cacciato dall'Università di Belfast: http://www.thejc.com/news/uk-news/46077/israeli-lecturer-attacked-belfast-pro-palestine-activists-0 . Se avete in mente il Sudamerica, e scartate Venezuela e Bolivia e Cuba per la loro amicizia con Gheddafi (e l'Iran e Hamas), potreste farvi tentare dall'Argentina, magari dimenticandovi dell'attentato iraniano al centro sociale ebraico di Buenos Aires, che qualche anno fa fece parecchie decine di vittime. Ma se scorrete il web, scoprirete non solo che il governo ha deciso di riconoscere preventivamente lo stato palestinese che non c'è (un modo per dare uno schiaffo in faccia a Israele, non certo di favorire la trattativa). Vedrete anche che vi è stata promulgata una legge per "favorire il burka": nobile iniziativa volta a controbilanciare l'aspetto troppo femminista di uno dei pochi stati al mondo che ha una presidente donna (http://oumma.com/L-Argentine-promulgue-une-loi-en).
Potrei andare avanti a lungo, ma mi fermo qui. C'è una morale di questa storia: non esiste modo di sottrarsi al conflitto in corso, anche se pensiamo di essere persone pacifiche, innocue, dedite alla coltivazione del proprio orticello. Bisogna combatterlo, resistere. Dove si è: in Italia, in Israele, in Europa. Perché solo così si può sperare di lasciare ai nostri figli un mondo migliore, o almeno non catastroficamente peggiore.
Ugo Volli
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