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Gli strafalcioni dello 'storico' Romano 18/03/2011

questa mail è stata inviata al GIORNALE dopo la pubblicazione di una prefazione di Sergio Romano il 13/03/2001:

Sergio Romano scrive, nel suo articolo pubblicato il giorno 13: ³Nasser si
servì di un ex propagandista nazista per le campagne del ministero egiziano
dell¹Informazione e usò i Protocolli dei Savi di Sion per meglio screditare
lo Stato d¹Israele²; come mai non scrive che ancora oggi i Protocolli dei
Savi di Sion sono presenti - e molto venduti - in ogni libreria egiziana, e
sono sempre in grande evidenza sugli scaffali del salone del libro egiziano?
Evidentemente perché, altrimenti, non potrebbe scrivere le successive
parole: ³A me sembra tuttavia che questo sia «antisemitismo di guerra» e
appartenga alla categoria di quelle immagini del nemico che gli Stati
costruiscono nei periodi di grande tensione per mobilitare la propria
società². L¹Egitto, infatti, non è in guerra con Israele, anche se il
futuro di questa pace è tutto da vedere.
Mi permetto inoltre di segnalare una non trascurabile svista: Romano parla
di "nazionalisti palestinesi"; non dovrebbe, data la sua fama di storico,
oltre che di diplomatico, ignorare che all'epoca non esistevano nazionalisti
palestinesi. O meglio, esistevano, ma erano gli ebrei sionisti che
perseguivano la ricostruzione dello stato di Israele, mentre gli arabi di
quella regione, che i romani avevano ribattezzato "Palestina", hanno sempre
categoricamente negato (fino al 1967, e in alcuni casi anche dopo)
l'esistenza di una Palestina e di un popolo palestinese.
Emanuel Segre Amar


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