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Il Manifesto Rassegna Stampa
16.03.2011 Hamas e Fatah reprimono le proteste a Gaza e in Cisgiordania
Michele Giorgio descrive ma non entra nel merito. Sarà perchè non c'entra Israele ?

Testata: Il Manifesto
Data: 16 marzo 2011
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «In migliaia chiedono l’unità palestinese Fatah e Hamas sordi»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 16/03/2011, a pag. 7, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo " In migliaia chiedono l’unità palestinese Fatah e Hamas sordi ".

Manifestazioni palestinesi bloccate da Hamas a Gaza e dall'Anp in Cisgiordania. Michele Giorgio, non trattandosi di Israele,  descrive la repressione ma non entra nel merito. I terroristi di Hamas sono 'militanti'. Ma non si poteva pretendere molto di più dal quotidiano di Rocca Cannuccia. Ecco il pezzo:

«Ashaab yurid inhaa al inkisam », il popolo vuole la fine della divisione. Prendendo a prestito e adattando alle esigenze locali lo slogan più noto delle rivoluzioni che da oltre due mesi scuotono il mondo arabo, i giovani palestinesi ieri hanno lanciato un segnale fortissimo a Fatah, il partito di Abu Mazen e spina dorsale dell’Anp in Cisgiordania, e a Hamas che controlla la Striscia di Gaza: il popolo palestinese è stanco delle lotte di potere, vuole l’unità nazionale, la fine dalla separazione politica, la nascita di una nuovaOlp (con tutte le forze politiche dentro) e la riaffermazione del diritto al ritorno per i profughi palestinesi. E sono riusciti a dirlo nonostante il tentativo di Hamas e Fatah di appropriarsi dell’iniziativa nata spontaneamente e promossa attraverso i social network da gruppi di giovani attivi in politica e contro l’occupazione israeliana ma che ci tengono a mantenere le distanza dai due principali movimenti responsabili di spaccare il popolo palestinesi con la loro sete di potere (ma sotto il tallone dell’occupazione) e la loro intransigenza. A Gaza i militanti di Hamas ad un certo punto si sono mesi alla testa del corteo con decine di migliaia di palestinesi, tanto da spingere gli organizzatori della manifestazione a dissociarsi e a riunirsi nella zona di Katiba, nei pressi dell’università. «Per un paio d’ore siamo stati tranquilli e abbiamo scandito gli slogan dell’iniziativa ma quando è calata l’oscurità sono arrivati dozzine di poliziotti in abiti civili e militanti di Hamas con bastoni e ci hanno intimato di disperderci subito», ha raccontato Ebaa Rezeq, che ha partecipato al raduno a Katiba, «al nostro rifiuto hanno cominciato a minacciarci e poi si sono lanciati all’inseguimento dei ragazzi coinvolti nell’organizzazione». Meno violento ma alquanto subdolo è stato a Ramallah il tentativo di Fatah di dirottare la manifestazione.Giovanimilitanti del partito di AbuMazen, fingendosi degli «indipendenti», hanno provato ad essere i protagonisti in Piazza Manara dove si sono riuniti circa 3mila manifestanti. Ma i promotori dell’iniziativa lo avevano previsto e sono ritornati in piazza al tramonto quando gli attivisti di Fatah avevano abbandonato la zona. A Betlemme 1.500 persone hanno sfilato fino alla chiesa della Natività chiedendo la fine della frattura politica tra Cisgiordania e Gaza. Tra i partecipanti centinaia di studenti universitari, donne e uomini anziani e una delegazione di palestinesi feriti dalle forze di occupazione israeliane. «La Palestina è la questione principale », «Vogliamo l'unità nazionale», hanno scandito imanifestanti fino a notte. Durante le manifestazioni, il capo del governo di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha colto l'occasione per proporre ad Abu Mazen «un incontro urgente » per «affrontare i problemi e superare le divisioni esistenti». Haniyeh non ha accolto l'ipotesi di nuove elezioni avanzata da Abu Mazen ma ha evocato l'importanza delle «rivoluzioni popolari» del mondo arabo come possibile motore di rilancio di un dialogo inter-palestinese.

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