Il prossimo Presidente francese, un ebreo socialista o una estremista di destra ?
di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Manfred Gerstenfeld Dominique Strauss Kahn
In gennaio, l’82enne neo-fascista Jean-Marie Le Pen si è dimesso da leader del partito di estrema destra “Front National”, suo successore è stata nominata la figlia minore Marine. L’inizio di marzo il sistema politico francese è stato sottoposto a un forte shock. Un sondaggio Louis Harris ha rivelato che Marine Le Pen avrebbe ricevuto il maggior numeo dei voti al primo scrutinio delle elezioni presidenziali del 2012, ricevendo il 23% dei voti, contro il 21% a testa del Presidente Nicolas Sarkozy ( UMP centro destra) e della leader socialista Martine Aubry.
Lo shock non era dovuto al timore che la giovane Le Pen potesse diventare la Presidente della Francia, cosa improbabile. Era causato invece dal fatto che nè Sarkozy nè la candidata socialista avrebbero potuto essere entrambi presenti nel secondo turno elettorale, perchè solo il condidato più votato dei due avrebbe potuto partecipare. Ciò ricorda quanto avvenne nell’aprile 2002, quando Jean-Marie Le Pen si confrontò con Jacques Chirac nel secondo turno delle elezioni presidenziali, dalle quali era stato eliminato il Primo Ministro Lionel Jospin, candidato di centro sinistra. LePen fu sonoramente sconfitto, ottenendo solo il 20% dei voti.
Un altro recente sondaggio ha dato un forte numero di preferenze per il 2012 a Dominique Strauss Kahn, il socialista direttore del Fondo Monetario Internazionale, che è ebreo. DSK, come comunemente viene chiamato, superava Sarkozy e Marine Le Pen, malgrado ciò non è chiaro se si candiderà. Ma i risultati del sondaggio Harris hanno dato vita a molti dibattiti all’interno dei vari partiti. Nell’UMP, per esempio, si discute se è meglio spostarsi verso destra per portare via voti al Front National, o assumere posizioni più centriste, per sottrarre una fetta di elettori alla sinistra.
La crescita dei partiti di estrema destra e populisti in molti paesi europei ha un elemento comune, l’opposizione verso gli immigrati, in particolare quelli musulmani. A parecchi milioni di immigrati non occidentali è stato concesso di entrare in Europa negli ultimi decenni. Questa massiccia immigrazione è stata resa possibile dalla profonda mancanza di conoscenza della cultura degli immigrati tra i governi dei paesi europei. L’accresciuta opposizione contro i musulmani si basa su due motivi fondamentali, dei quali uno è la xenofobia. In Europa, da tempi immemorabili, gran parte dei cittadini sono sospettosi, disprezzano o odiano ‘l’altro’. Nessuno lo sa meglio degli ebrei, che sono storicamente l 'escluso’ per eccellenza. D’altra parte, molti padri fondatori dell’Europa erano anti-semiti.
Il secondo motivo è il comportamento di una parte della popolazione musulmana. Molti fra loro non vogliono integrarsi nelle società che li ospitano, nemmeno cercano di provarci. Fra loro non solo c’è una parte rilevante di anti-semiti, ma anche di razzisti contro i ‘bianchi’. L’ ha dimostrato un libro uscito nel 2003, contenente le testimonianze di insegnanti nelle scuole francesi, intitolato “ I territori perduti della Repubblica “, curato da Emanuel Brenner, pseudonimo dello storico Georges Bensoussan.
In questo processo parzialmente fallito, gli ebrei sono stati la cartina di tornasole di quanto si sarebbe poi verificato. All’inizio di questo secolo sono cresciuti fortemente i casi di anti-semitismo, intenzionalemente ignorati dall’allora governo socialista. La burocrazia spesso classificava come 'teppismo' gli attacchi contro gli ebrei. Molti immigrati africani, vedendo quanto il governo sottovalutava le aggressioni contro la comunità ebraica, impararono la lezione. Presero di mira l’intera società francese, non solo gli ebrei. Per diversi giorni il governo perse il controllo di quando accadeva.
I 350.000 ebrei francesi sono molto meno dell’uno per cento della popolazione francese. Ciò malgrado, sono stati spesso protagonisti della politica nazionale. Marine Le Pen vuole oggi strumentalizzarne il consenso per rendere la sua immagine accettabile. Suo padre è stato anche condannato in quanto negazionista della Shoà. Marine invece, ha preso le distanze dalle sue idee, riconosce che la Shoà è esistita, anche se fra gli iscritti e i simpatizzanti dl Front National ci sono molti anti-semiti. Un passo importante per godere maggiore legittimazione democratica poteva essere l’invito che Marine Le Pen aveva ricevuto da Radio J, una stazione radio ebraica, che però è stato ritirato per le forti pressioni giunte dalla stessa comunità ebraica.
Sotto la guida del padre, il Front National era un partito in calo di voti, ma l’attuale clima politico francese gli è più favorevole, grazie a come Marine Le Pen ne presenta il programma. E’ possibile che lei possa raggiungere una percentuale maggiore del 20%, avuta da suo padre nelle presidenziali del 2002. Se così sarà, il secondo turno elettorale è probabile che vedrà una Le Pen, estremista di destra resa un po’ più presentabile, contro Strauss Kahn, il candidato socialista più popolare. La Francia non ha mai avuto un Presidente ebreo, anche se ci sono stati molti Primi Ministri ebrei: Leon Blum, René Mayer e Pierre Mendès-France. Sarà un affascinante insieme di circostanze se al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2012 la Francia dovrà scegliere fra un ebreo e una estremista di destra. In quel caso DSK ha buone probabilità di essere il vincitore.
Dr. Manfred Gerstenfeld è il Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, collabora a Informazione Corretta