Vorrei richiamarmi all’ultima cartolina del Prof. Ugo Volli per una riflessione. Uccidere cittadini ebrei in quanto ebrei è un odioso crimine contro l’umanità che ha portato gente come Julius Streicher e Hans Frank a finire impiccati sul patibolo a Norimberga. Se questo principio era valido nel 1946 (e su ciò non v’è dubbio alcuno), vale ancora oggi. Perciò, chi uccide brutalmente una bambina di tre mesi merita lo stesso giudizio (morale non meno che giuridico) e la stessa fine di Arthur Seyss Inquart, il boia dei cittadini olandesi di origine ebraica sul quale ricadde la responsabilità della morte violenta di Anna Frank e della sorellina Margot. Il tempo del “ma anche” e del “ma il problema è ben altro” è finito da un pezzo; come nel 1939 o si sta con la civiltà o si sta con gli assassini portatori di barbarie. Non c’è via di mezzo. È bene che i Vauro, i Vattimo, i De Magistris, le Morgantini e gli altri allegroni che organizzano “flotille pro Gaza” se ne ricordino: continuare testardamente a giustificare chi è capace di uccidere un neonato perché ebreo in nome della “eroica resistenza anti-sionista” porta a schierarsi accanto alla barbarie e ad Adolf Hitler. Tutto il resto è solo (mi sforzo di non usare epiteti pesanti) una stomachevole forma di auto-erotismo mentale.