Voglio esprimere il mio apprezzamento per l’articolo di Khaled Fouad Allam : " Il rispetto della minoranza specchio della democrazia ", perché affronta il tema - a mio parere fondamentale e ancora non sufficientemente indagato - di come lo sviluppo del nazionalismo in società multietniche e multireligiose abbia portato alla persecuzione e allo sterminio radicale delle minoranze diverse per religione. Mentre la presenza di minoranze diverse soltanto su base etnica ha dato origine a guerre e migrazioni e scambi di popolazione, ma non a stermini radicali, le minoranze religiose, benché assolutamente integrate nella cultura della maggioranza, sono state oggetto di stragi genocide apparentemente incomprensibili (Armeni in Medio Oriente, Ebrei in Europa, bosniaci musulmani nell’ex Jugoslavia). Giustamente Khaled Allam parla di ‘capro espiatorio’, perché di questo si tratta, esattamente. La propaganda politica e quella religiosa congiuntamente identificano in quella minoranza interna l’origine del Male e della violenza stessa che anima la società, convincono la società che distruggendo la minoranza libera se stessa dal Male, e rafforzano la coesione interna anche attraverso la complicità collettiva nell’assassinio. Oggi nel mondo arabo i Cristiani arabi corrono il rischio di diventare quello che gli Ebrei europei sono stati per l’Europa della prima metà del 900: il Nemico interno, il Male interno (gli Ebrei nel mondo arabo non ci sono più, sono già stati scacciati o sono fuggiti da decenni). L’ossessione del mondo arabo (e ora anche dell’Iran) contro lo stato di Israele non basta a farne il capro espiatorio contro cui scaricare la violenza collettiva, perché Israele è uno stato e si difende. Come capro espiatorio ha il ‘difetto’ di essere troppo forte. Il Giorno della Memoria dovrebbe essere usato per fa capire questo meccanismo, che è a rischio di ripetizione costante, anche oggi. Non vedo che lo si stia facendo. Forse si teme di parlare del ruolo delle gerarchie ecclesiastiche nella diffusione dell’odio antiebraico? Ma come si può capire la storia d’Europa dal 1880 al 1945 senza parlare di antisemitismo cristiano, di costruzione dell’odio e della paura dell’Ebreo da parte della stampa di ispirazione cristiana? Al Congresso Antisemita del 1882 vennero approvate risoluzioni proposte dal reverendo Alfred Stoecker, pastore protestante. Dopo il terribile pogrom di Kishinev del 1903, l’Osservatore Romano insinuò il sospetto che fosse stato organizzato dagli stessi Ebrei per suscitare simpatia! Per l’occasione scrisse che l’antisemitismo assassino ‘non è che una forma artificiosa di vero Giudaismo, da questo a bella posta introdotta e mantenuta perché non possa come che sia organizzarsi, svolgersi e predominare il vero antisemitismo’ che, spiega il giornale del Vaticano ‘ in sostanza non è e non può essere che il Cristianesimo’. Nel 1880 don Giuseppe Oreglia su La civiltà cattolica spiegava per altro ai patrioti che ‘... Come è certissimo che altri può essere, per esempio, cattolico ed insieme italiano, francese o inglese(…) oppure protestante ed insieme di qualsiasi patria o nazione (…) così è grande errore il credere che lo stesso accada tra i giudei. I quali oltre ad essere tali per la loro religione (…) lo sono anche e specialmente per la loro razza.’ Se le gerarchie ecclesiastiche fossero finalmente disponibili ad accettare il dibattito pubblico su come la mescolanza fra religione e politica abbia portato le Chiese a usare la propria autorità morale per istigare all’odio contro gli Ebrei in Europa, la nostra democrazia – e la nostra religione – ne uscirebbero grandemente rafforzate. Forse troveremmo anche il modo di contrastare l’ islamismo politico evitando ogni demonizzazione delle persone di fede islamica. E potremmo diventare davvero un esempio per i popoli che cercano la via verso la democrazia. . Laura Camis de Fonseca Torino