lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
12.03.2011 Egitto: liberi dal carcere terroristi e islamisti
rivoluzione 'democratica' ?

Testata: Il Foglio
Data: 12 marzo 2011
Pagina: 3
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «In Egitto amnistia di islamisti e terroristi. Anche quelli di Sadat»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 12/03/2011, a pg. 3, l'articolo dal titolo "In Egitto amnistia di islamisti e terroristi. Anche quelli di Sadat".

Roma. Ieri il Wall Street Journal ha raccontato i forti timori americani per il rilascio di ex terroristi e militanti islamisti dalle carceri egiziane. Non ci sono soltanto quelli fuggiti durante i moti contro l’ex rais, Hosni Mubarak. Una generale amnistia è infatti in corso al Cairo per altre centinaia di fondamentalisti. Lo stesso Mubarak, in un gesto di disperata riconciliazione prima di lasciare il potere, ha rilasciato una trentina di membri dei Fratelli musulmani, molti dei quali, secondo l’agenzia di stato Mena, “estremisti”. Israele fa sapere che almeno sei fra quelli scappati dalle carceri sono terroristi ricercati dallo Shin Bet, il servizio segreto interno. Ci sarebbe anche un leader di Hezbollah. Sarebbero 487 i prigionieri politici in attesa di amnistia. Per ordine dell’ex ministro dell’Interno Ahmed Shafiq, 108 prigionieri, fra cui ex terroristi conclamati, sono già fuori. Circa venti sarebbero membri del Jihad islamico, il più radicale movimento terroristico di cui ha fatto parte il numero due di al Qaida, il dottor Ayman al Zawahiri. Il loro apice fu l’assassinio del presidente Sadat nel 1981. Sono stati rilasciati proprio due ex membri del gruppo di fuoco di Sadat. Si tratta dei cugini Aboud e Tarek el Zomor, che non uccisero materialmente ma facevano parte del commando. Anche il capo storico della Gamaa al Islamiya, lo sceicco Aboul Seoud, è fuori. Ha scontato venticinque anni. Dodici capi storici del Jihad e della Jamaa saranno inclusi nella prossima amnistia. Sulla questione dei prigionieri è svanito sul nascere proprio il nome dell’ex uomo forte di Mubarak, Omar Suleiman, il più duro contro ogni focolaio islamico al Cairo. Saranno “perdonati” anche alcuni degli uomini che attentarono alla vita di Mubarak. Il 25 giugno 1995 il rais stava partendo per Addis Abeba con l’avallo dei militari, ma Suleiman si intromise obbligandolo a modificare i piani e portare in aereo la sua auto blindata. Il giorno dopo la limousine salvò Mubarak quando un commando della Jamaa gli lanciò centinaia di proiettili. Mubarak era con Suleiman quando vide rimbalzare su finestrini i colpi che avrebbero potuto assassinarlo. Numerosi i miliziani di Hamas rilasciati in questi giorni. Il ministero dell’Interno ha rilasciato anche ex terroristi del gruppo Takfir wal-Hijra. Significa “Anatema ed Esilio” ed è un movimento fondato da Shukri Mustafa, un ingegnere agronomo nato nella provincia di Assiut, la più turbolenta e povera del paese. Ex attivista dei Fratelli musulmani, Mustafa invitava i discepoli a separarsi dalla “società empia” e a mondarla con il sangue. Si faceva chiamare “Amir Gamaat al Muminin”, principe della società dei credenti. Il loro nemico era Mohammed al Zahabi, all’epoca ministro dei Beni religiosi, che incitava gli imam a “combattere i fanatici e smascherare le loro trame” davanti al popolo. Il suo cadavere fu ritrovato strangolato e con un colpo di rivoltella nell’occhio sinistro, lo sfregio riservato ai “traditori”. Al processo Mustafa recitava ad alta voce il Corano e tra il pubblico c’era Omar Abdel Rahman, che poi avrebbe ispirato il primo attacco terroristico alle Torri gemelle di New York del 1993. “Centinaia” di affiliati alla Jamaa Islamiya avrebbero già rimesso piede nella società egiziana nelle ultime settimane. Difficile quantificarli. E’ il gruppo capostipite dei gruppi che uccidono in nome di Allah. Furono loro a lanciare le rivolte dai quartieri poveri del Cairo negli anni Settanta e a uccidere Sadat, dopo la firma del trattato con Israele. Undici anni dopo dichiararono guerra ai turisti. A Luxor uccisero cinquantotto turisti – svizzeri, giapponesi, inglesi e tedeschi – al tempio di Hatshepsut. A pugnalate e coi mitra nelle sale dei templi tebani, inseguiti tra le colonne di geroglifici e le tombe dei faraoni.

Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT