Se lo fa Israele è un affronto 'intollerabile', se lo fanno gli agenti di Sua Maestà, un normale espediente tecnico 10/03/2011
Se lo fa Israele è un affronto 'intollerabile', se lo fanno gli agenti di Sua Maestà, un normale espediente tecnico
Cari amici, anche oggi vi racconto una piccola storia vera, cui pochi hanno fatto caso, meno che mai i giornali italiani. Dovete sapere che nella grande confusione della rivolta libica, si sono mischiati anche gli inglesi – il che è ben comprensibile, non solo per ragioni umanitarie, ma anche perché negli ultimi anni avevano puntato pesantemente su Gheddafi per favorire l'azienda petrolifera nazionale BP. Altre volte vi ho raccontato la vicenda del terrorista libico Abdelbaset al-Megrahi condannato per un fatto esplodere in quel di Lockerbie, in Scozia, un aereo americano (PanAm 173) con 270 persone a bordo: al buon Abdelbaset al-Megrahi un medico compiacente ave scoperto un paio d'anni fa un tumore terminale fulminante, che doveva ucciderlo in tre settimana e il terrorista era stato rilasciato per ragioni umanitarie e accolto con feste impudenti a Tripoli; sennonché fino alla rivolta era ancora vivo e vegeto (http://www.libero-news.it/news/685844/Il_terrorista_di_Lockerbie_sfreccia_a_Tripoli_con_una_Lamborghini.html); adesso non se ne sa più niente. In cambio era venuto fuori che nel pacchetto della liberazione c'entrava la concessione di licenze petrolifere alla BP, che lo stesso Blair era stato coinvolto nella trattativa, e fra le carte scoperte di recente risulta che l'ordine dell'attentato era stato direttamente da Gheddafi (http://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Pan_Am_103).
Capite dunque che gli inglesi hanno importanti interessi in Libia, che consigliano loro di essere presenti in tutti in modi durante la crisi attuale. Nessuna meraviglia dunque se qualche giorno fa i ribelli hanno catturato una pattuglia armata che scendeva da un elicottero in pieno deserto (non lontano dai pozzi di petrolio, possiamo immaginare), che naturalmente era lì per scopi umanitari, per prendere contatto coi leader della rivolta eccetera eccetera. Tutte ottime ragioni, non discuto. Il punto che voglio sottolineare è che nel servizio della BBC che racconta l'episodio (poi concluso bene, gli agenti segreti sono stati rilasciati e si sono rifugiati a Malta), c'è un dettaglio piccolo ma significativo: gli agenti segreti in questione, dice la "old Lady" dell'informazione inglese, "avevano addosso passaporti di quattro o cinque paesi diversi", i quali – vogliamo scommetterci – non erano stati avvertiti dell'uso disinvolto dei loro documenti. (http://www.bbc.co.uk/news/uk-12660163)
Tutto normale, fa parte delle regole del gioco. Chiunque abbia visto un film di 007 sa benissimo che James Bond ha licenza di uccidere, figuratevi se non va in giro sotto falsa identità. Sennonché, ci informa un altro patriarca dell'informazione in stile britannico, "The Times", per una fortunata coincidenza, negli stessi giorni della disavventura libica, il Foreign Office ha espulso un diplomatico israeliano, che asseriva essere un agente segreto, per "l'intollerabile clonazione" di passaporti britannici che sarebbero stati per l'affare di Dubai (sapete la storia del responsabile dei rifornimenti di armi di Hamas ucciso in un albergo di lusso, su cui si alzò una grande cagnara l'anno scorso). (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/article7072314.ece). Per la stessa ragione anche l'Australia ha adottato un provvedimento analogo, e un cittadino israeliano è stato estradato dalla Polonia in Germania qualche mese fa. Quando lo fanno gli israeliani è un affronto "intollerabile"; quando lo fanno gli agenti di Sua Maestà, un normale espediente tecnico.
Ora, io so che certe cose si fanno a rischio, che non si può certo chiedere agli stati di applicare l'imperativo categorico kantiano (Ia versione: "Agisci in modo che tu possa volere che la massima della tua azione divenga universale."). Ma ci vuole una certa faccia tosta per salire in cattedra e bacchettare Israele, come praticamente tutti hanno fatto, per l'uso di passaporti falsi da parte degli agenti segreti, pratica diffusa e regolarmente applicata, come si è visto nel caso libico. Il pregiudizio antisraeliano emerge qui in tutta la sua evidenza: fare la lezione agli ebrei dall'alto della propria presunta moralità, usando un doppio standard, per quegli stessi reati che si commettono ogni giorno è un sintomo preciso di antisemitismo. Non sarà così scomposto come nel caso di Galliano, ma proprio per questo è più subdolo, insinuante e pericoloso.