Sotto il controllo di Romano Prodi a Bologna si boicotta Israele Nell'articolo le tappe della gita anti israeliana organizzata dalla Johns Hopkins
Testata: Il Foglio Data: 10 marzo 2011 Pagina: 1 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «Gita anti israeliana»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 10/03/2011, a pag. 1-4, l'articolo dal titolo "Gita anti israeliana".
Roma. Una gita studentesca di primavera all’insegna del boicottaggio dello stato d’Israele. E’ quanto contenuto nella bozza di programma che circola nella sezione italiana di Bologna della prestigiosa università statunitense Johns Hopkins University, identificata semplicemente come la “Johns Hopkins di Bologna” e nel cui comitato consultivo siedono personaggi come Romano Prodi. Come recita l’annuncio del viaggio organizzato dalla Scuola di studi internazionali avanzati di Bologna, la gita “si inserisce nel contesto di una serie di iniziative nell’area dei conflitti etnici”. Il viaggio, che dovrebbe svolgersi fra il 16 e il 24 aprile, arriva in un momento particolare, mentre alla Knesset, il parlamento d’Israele, è stata approvata la “legge anti boicottaggio” che andrà a scrutinare proprio alcuni degli interlocutori della Johns Hopkins. Per gli studenti italiani è prevista a Ramallah, capitale politica dell’Autorità nazionale palestinese, la visita alla organizzazione non governativa Al Haq, una delle più antiche sigle del boicottaggio antisraeliano e che fu protagonista della Conferenza di Durban, quando nel 2001 tremila ong fiancheggiarono i lavori della Conferenza Onu contro il razzismo e Israele ne uscì come uno “stato criminale”, gli ebrei come razzisti inveterati mentre Canada e Stati Uniti abbandonarono la conferenza in segno di protesta. Al Haq è definita dall’osservatorio Ngo Monitor come “leader nella battaglia legale contro Israele”, avendo cercato più volte, soprattutto in Inghilterra, di far avviare procedimenti legali contro politici israeliani. A capo della ong c’è Shawan Jabarin, che figura sulla lista nera del servizio d’intelligence israeliano come “veterano” del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, l’organizzazione terroristica responsabile di rapimenti e assassinii plurimi di cittadini israeliani, fra cui quello del ministro israeliano Rehavam Zeevi. Anche la Giordania ha chiuso le porte a Jabarin con l’accusa di terrorismo. La Corte suprema di Israele ha definito Jabarin “Dr. Jekill e Mr. Hyde”: di giorno umanitarista, di notte terrorista. A Tel Aviv e Gerusalemme gli studenti della Johns Hopkins incontreranno i vertici di Breaking the silence, la ong accusata da Israele di imbeccare i tribunali europei con informazioni false contro i politici e i militari di Gerusalemme. Lo scorso novembre Israele ha cancellato il “dialogo strategico” con Londra – serie di incontri che servono a rafforzare la relazione fra i due paesi – per protestare contro la legge britannica che consente ai giudici di Londra di arrestare per presunti “crimini di guerra” – tutti da provare, e soltanto ad arresto avvenuto – militari e membri del governo israeliano se mettono piede in Gran Bretagna. Negli stessi giorni siti internet pubblicavano foto e dati personali, inclusi i numeri delle carte di identità e gli indirizzi, di duecento ufficiali israeliani che parteciparono all’operazione Piombo Fuso a Gaza. Breaking the silence è in cima alla lista dei sospettati. Spiega il professor Gerald Steinberg, direttore dell’osservatorio Ngo Monitor: “Queste organizzazioni lavorano per la delegittimazione di Israele, diffondono il doppio standard e false etichette di ‘crimini di guerra’. Mettono in pericolo le norme sui diritti umani e trasformano questi principi morali in armi utili per la politica”. Per gli studenti della Johns Hopkins è in programma anche un incontro con i leader dell’Israeli Committee Against House Demolitions, una delle organizzazioni non governative che da anni promuove il boicottaggio dello stato ebraico e le “giornate contro l’apartheid” che si tengono in tutto il mondo. Come spiega l’osservatorio Ngo Monitor, l’Icahd accusa Israele di “pulizia etnica”, “genocidio”, “punizioni collettive” e “apartheid”. A Betlemme è in programma per gli studenti dell’ateneo italiano una visita anche all’Holy Land Trust, la ong che promuove la “resistenza” e che ha firmato molti appelli per il boicottaggio dello stato ebraico. A capo di questa organizzazione c’è Sami Awad, che nel 2006, dopo la vittoria elettorale di Hamas, castigò Israele e gli Stati Uniti per aver chiuso la porta al movimento terroristico. Awad ha anche dichiarato, a proposito dell’uso di attentatori suicidi: “Soltanto l’uso di armi e attacchi suicidi poteva bilanciare il dolore palestinese e rendere l’occupazione più pesante possibile per il pubblico israeliano”. Il viaggio pedagogico antisraeliano non poteva che concludersi con la partecipazione emblematica a una delle tante proteste contro la barriera difensiva israeliana eretta nella West Bank per fermare i kamikaze palestinesi.
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