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La Repubblica Rassegna Stampa
08.03.2011 La canzone di Grossman per il figlio perduto
La musica è stata scritta dal cantante Yehuda Poliker

Testata: La Repubblica
Data: 08 marzo 2011
Pagina: 18
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «La canzone di Grossman per il figlio perduto»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 08/03/2011, a pag. 58, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo "La canzone di Grossman per il figlio perduto".


David Grossman, 
Yehuda Poliker

Versi dedicati a una giovane vita perduta, a un dolore per la perdita di un figlio di vent´anni che Grossman - «in quei momenti non domini la mente ti fai delle domande che non ti sei mai fatto prima nella vita», ci aveva confessato settimane fa davanti a un caffè molto zuccherato - ha saputo prendere e portare dentro la sua vita di padre, di scrittore, l´ha portato dentro le sue parole. Grossman ha da tempo smesso di essere solo uno scrittore di grande successo in Israele, è un´icona a cui un´intera generazione guarda come punto di riferimento, per la chiarezza del pensiero e del sentimento che lo anima, con la sua assoluta fedeltà a Israele che riesce a conciliare con la fede altrettanto assoluta nella possibilità di una convivenza pacifica in una Terra tanto difficile.
Per musicare queste liriche si è rivolto a un artista che apprezza in modo particolare, Yehuda Poliker, il più famoso e impegnato musicista pop israeliano che combina i ritmi mediterranei con il rock. Protagonista da trenta anni della scena musicale, Poliker scalò le classifiche nel 1988 con l´album "Cenere e Polvere", primo disco di musica "leggera" a trattare in Israele il tema della Shoah. Poliker ha accettato la sfida e in questi giorni sono state ultimate le fasi di lavorazione: la canzone sarà presentata domani alla Radio pubblica israeliana, dove fra l´altro Grossman iniziò a lavorare prima di trovare il successo come scrittore. L´insieme di note e versi è commovente, ma con un ritmo incalzante che riesce a sottrarre la canzone alla disperazione di fronte alla morte.
«Breve e veloce e spezza il cuore», scrive Grossman, «Eccitata e entusiasta e sprizzante, Scintille. Ma in un attimo sfiorisce e ingiallisce. Perché ai margini già si accende l´estate. Tanto è breve qui la primavera». In ebraico primavera è un sostantivo maschile, e questo permette una migliore identificazione nei versi fra la stagione e il figlio caduto l´ultimo giorno di quella guerra nel luglio del 2006, quando già si stava per firmare il cessate-il-fuoco imposto dalle Nazioni Unite. «E tu ed io sappiamo ed è terribile che solo lei non lo sappia», scrive Grossman, «Quanto breve sia la vita, la breve vita che gli fu data».
«Per me è una poesia che parla della pienezza della vita», dice lo scrittore, «della crescita e della sua fioritura, e certamente della perdita», della fine precipitosa, appunto come le primavere in Medio Oriente. «Mi sono rivolto a Poliker perché in lui, nella sua voce e nella sua personalità, c´è una fusione penetrante e toccante di dolore e gioia di vivere». Poliker ha scritto e musicato testi dolorosi e toccanti nella sua lunga carriera ma questa volta - racconta - scrivere le note è stato davvero molto particolare. «Mi sono molto emozionato quando David si è rivolto a me e mi ha affidato il testo. Mi sono avvicinato alle parole con cautela, era importante che la musica mettesse in evidenza il testo ma senza che si venisse a creare un´altra tipica canzone di lutto». E il risultato è davvero straordinario. La canzone è resa quanto mai attuale e struggente poi dalla primavera gerosolimitana che avanza a grandi passi, con i suoi alberi in fiore nelle strade, le buganvilee colorate rigogliose sui muri delle case, i giardini che emanano quell´odore intenso di aromi che presto, però, la calura estiva porterà via. «Generosa ed eccitata e dolorosa. Tanto è breve qui la primavera».

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