Ecco come l'Emilia Romagna spende i suoi fondi Finanziamenti a Ong anti israeliane. Commento di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 05 marzo 2011 Pagina: 9 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Soldi dell’Emilia agli anti-israeliani»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 05/03/2011, a pag. 9, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Soldi dell’Emilia agli anti-israeliani ".
Vasco Errani, Presidente della regione Emilia Romagna
In Emilia Romagna non si sono accorti che, in tempi di missioni umanitarie, è bene usare ogni cautela. Quando si tratta di aiutare i compagni per cause nobili, loro non badano a spese e, all’interno di un finanziamento da quasi un milione di euro deciso con una delibera del 27 dicembre 2010, ne destinano oltre un quarto, 254.480 per la precisione, a progetti per la Palestina. Come far mancare la solidarietà a bambini, adolescenti edonne del Campo profughi di Shu'fat, nei paraggi di Gerusalemme? Sono pronti 38mila euro di contributo da assegnare a Peace Games, un’organizzazione non governativa della Uisp bolognese. Praticamente, sono abbonati dal 2007. Ogni anno, immancabilmente, arrivano i fondi da spendere, anche in collaborazione con la Palestinian Medical Relief Society. L’ha fondata Mustafa al-Barghouthi, già ministro dell’informazio - ne dell’Autorità Nazionale palestinese nel 2007 e fra i promotori della campagna internazionale che invoca l’imposizione di sanzioni contro Israele. Se c’è un filo conduttore fra tutti gli enti di beneficenza premiati dalla giunta rossa di Vasco Errani, sembra essere proprio l’ostilità contro lo Stato ebraico. Ed «è inaccettabile che la Regione non faccia chiarezza su questo aspetto inquietante », rileva Galeazzo Bignami, consigliere regionale del PdL. Non che l’antisionismo si trovasse fra i requisiti necessari per l’approvazione del progetto del Gvc - Gruppo di Volontariato Civile di Bologna per l’olivicoltura palestinese, ma di fatto si tratta di 87.972 euro per un’opera svolta da un’organizzazione che denuncia «il perpetuarsi di azioni armate contro civili palestinesi da parte dell’esercito israeliano» a Gaza e l’uccisione di «militanti palestinesi », senza mai definirli terroristi. Devono aver letto la “Storia della Palestina dal 1920 a oggi”, diffusa sul sito della Overseas di Spilamberto (Modena). A scorrerla, sembra che i kamikaze non esistano, il fondamentalismo islamico nemmeno e la proclamazione dello Stato d’Israele, nel 1948, sia stata un atto «unilaterale». Chissà se lo riconoscano o in cuor loro pensino che sia un’entità ebraica. Qualunque sia il loro orientamento sul punto, si intascheranno 54.586 euro per promuovere «la biodiversità e l’agricoltura familiare: due risorse di base per le donne palestinesi». È sempre meglio zappare che farsi saltare in aria. Ma se sichiede la condanna di Israele, come nel sito web della Nexus, istituto per la cooperazione allo sviluppo promosso dalla Cgil, come si fa poi a ricevere 73.920 euro per la «promozione dell’educazione attiva per la prima infanzia nel nord della West Bank attraverso l’empo - werment degli attori locali»? Si fa perché nessuno protesta. O forse perché è dai banchi della minoranza che Bignami denuncia la «forte ambiguità politica delle associazioni» a cui vanno i finanziamenti, e ritiene «necessario che vi sia da parte loro una netta presa di posizione contro il terrorismo ». In fondo non costerebbe nulla. Tanto più che soldi pubblici sono già assicurati.
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