Cornuto, mazziato e felice
Barack Obama
Cari amici,
qualche giorno fa a Ginevra, c'è stata una piccola scena che i giornali (italiani ma anche europei e americani) non hanno riportato quasi e che invece è straordinariamente significativa. Quel che è accaduto è semplice. A una riunione del consiglio dei diritti umani, convocato per discutere del caso libico e in genere delle rivolte arabe, è intervenuto il segretario di Stato americano Hillary Clinton: un onore raro per questo oscuro organismo burocratico, dominato da stati tutt'altro che interessati ai diritti umani, come si vede dal fatto che la stessa Libia ne faceva parte fino all'altro ieri. Clinton ha dunque iniziato a parlare ed è successo l'incidente: la delegazione palestinese si è alzata e se n'è andata clamorosamente. (http://calevbenyefuneh.blogspot.com/2011/03/palestinian-arab-delegation-walked-out.html) . E' il peggior insulto che si possa fare a un oratore di questi consessi, praticamente uno schiaffo in faccia, il trattamento che gli stati democratici (non tutti, fra l'altro) riservano ad Ahamdinejad quando inizia le sue tirate antisemite e negazioniste. Non è poca cosa che i rappresentanti palestinesi, espressione di un non-stato che dipende pesantemente dai soldi americani e dal loro appoggio politico si permetta di trattare in questa maniera gli Stati Uniti. La ragione sta fra l'altro in una cosa che l'America ha sempre fatto e questa volta con più riluttanza del solito, porre il veto a una risoluzione al consiglio di sicurezza dell'Onu che condannava Israele – senza speciali reazioni palestinesi. E, ancor peggio, nel fatto che Clinton avrebbe parlato solo dei libici senza nominare i palestinesi, in un discorso che peraltro non c'entrava affatto con loro e che nominava Israele una sola volta per il trattamento subito da qualla stessa commissione dei diritti umani (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/03/palestinian-arab-delegation-walked-out.html).
Ultimo dettaglio: i palestinesi sanno di averla fatta grossa, tant'è vero che hanno citato l'incidente nei resoconti arabi della loro agenzia, ma solo con molto ritardo e lateralmente in quelli in lingua inglese (http://kommoncents.blogspot.com/2011/03/palestinian-arab-delegation-walked-out.html) . E lo sanno anche i giornali occidentali che hanno ignorato la storia. Cos'è successo dunque? Qual è la causa? Che i cauti e ben rodati diplomatici palestinesi si siano fatti prendere dalla frenesia delle rivolte nordafricane, mi sembra improbabile. Purtroppo c'è un'altra risposta ed ha un nome e cognome, si chiama Barak Hussein Obama. Il presidente degli stati uniti in due anni e mezzo di regno non solo ha perso il controllo della Turchia, abbandonato l'Iraq ai filoiraniani, tradito il suo fedele alleato Mubarak, ha lasciato in crisi senza intervenire altri alleati strategicamente essenziali come lo Yemen e il Bahrein, lasciato che la marina iraniana entrasse nel Mediterraneo e vi si mettesse a costruire una base, evitato di intervenire in Libia lasciando a Gheddafi il tempo di riorganizzarsi e probabilmente di sopravvivere politicamente, evitato di aiutare i giovani ribelli iraniani. Ha perso anche ogni traccia di rispetto dal mondo arabo, che sa di potergli sputare in faccia senza ricevere altro che un sorriso amichevole. Come si dice "cornuto e mazziato", ma anche "cornuto e felice". Contento lui...
Ugo Volli