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Il Foglio Rassegna Stampa
01.03.2011 L'Egitto rischia di finire nelle mani di un antisemita pro Fratelli Musulmani
Giulio Meotti descrive la politica di Amr Moussa, candidato alla presidenza egiziana

Testata: Il Foglio
Data: 01 marzo 2011
Pagina: 4
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Nasserista e antisraeliano, ecco Amr Moussa il favorito egiziano»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 01/03/2011, a pag. 4, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Nasserista e antisraeliano, ecco Amr Moussa il favorito egiziano".


Amr Moussa      Giulio Meotti

Roma. Il nome di Amr Moussa è immortalato in una delle più celebri canzoni egiziane. Il leitmotiv di Shaaban Abdel Ramin recita: “Io amo Amr Moussa e odio Israele”. Ieri il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, ha confermato di candidarsi alla presidenza dell’Egitto, e stando ai sondaggi sarebbe il migliore presidente possibile per il 49 per cento degli egiziani. In base al sondaggio, realizzato da YouGov Siraj, soltanto il due per cento ha indicato Mohammed El Baradei come candidato preferito alla presidenza, mentre Ayman Nour ottiene un misero un per cento. Moussa ha subito sdoganato i Fratelli musulmani: “E’ diventato un gruppo legittimo”. Una vittoria di Moussa sancirebbe anche la fine dell’isolamento di Hamas. Nel giugno scorso Moussa ha fatto visita per la prima volta nella Striscia di Gaza, e si è reso protagonista di un’altra iniziativa senza precedenti di apertura dei ventidue stati arabi verso l’Iran. Pilastro della politica egiziana, Moussa è in grado di generare più sostegno di Baradei, che ha vissuto per molti anni a Vienna ed è percepito come un outsider al Cairo. “Moussa è molto carismatico, è una star dei media”, dichiara Abdallah al Ashaal, che è stato suo viceministro degli Esteri. L’ex ambasciatore israeliano al Cairo, Zvi Mazel, definisce Moussa “brillante, popolare, carismatico, contrario alla normalizzazione con Israele, con le carte in regola per essere presidente”. L’analista di medio oriente Barry Rubin, autore di libri sull’Egitto e i Fratelli musulmani, dice che “Moussa è un demagogo flamboyant che cercherà di trarre vantaggio attaccando gli Stati Uniti, l’occidente e Israele. La Siria e l’Iran sarebbero lieti della sua elezione; i sauditi inorriditi, Israele farebbe del proprio meglio per averci a che fare e non sarebbe interesse invece degli Stati Uniti. Moussa è soprattutto noto per la sua politica antisraeliana”. Secondo Rubin, Moussa riporterebbe l’Egitto al nazionalismo più radicale: “Moussa è un misto di arabismo, patriottismo egiziano con accenti antisraeliani e antiamericani”. Per questo il capo della Lega Araba è anche noto come il “nasserista”. A suo favore ci sono le credenziali internazionali, il savoir faire in politica e la mancanza di legami con la polizia segreta di Mubarak. Fra i gesti che con maggior affetto gli egiziani ricordano di Moussa c’è il suo rifiuto di stringere la mano di Ariel Sharon a Tel Aviv. Di lì a poco sarebbe scoppiata la Seconda Intifada.

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