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Ugo Volli
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Vigili, boy scout e testimonial 28/02/2011

Vigili, boy scout e testimonial



Cari amici,
lo sapete tutti, spero, che in Libia non può succedere nulla di troppo brutto. La Libia, infatti, fa parte del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, è insomma un po' un poliziotto del rispetto della dignità degli individui e naturalmente della loro vita. Un boy scout. Un custode. Un benevolo vigile urbano, un ghisa, come si dice a Milano, un civic a Torino. Volete immaginare un poliziotto che si comporti male? Impensabile, vero, soprattutto se pensate che questo poliziotto è stato anche questore, cioè qualche anno fa presidente della Commissione dei diritti dell'uomo, sempre della Nazioni Unite, che poi per la sua eccessiva efficienza fu messa sotto accusa dai cattivissimi stati Uniti e rifondata nel suo attuale, splendido ordinamento garantista.

Quel che forse non sapete, è che la procedura di scelta e controllo dei membri del comitato prosegue dopo l'elezione solenne dell'Assemblea Generale – quell'istituzione, vero parlamento del mondo, che già nel '75 ebbe la profonda intuizione che "il sionismo è una forma di razzismo" ed è dominata democraticamente dall'alleanza del blocco dei paesi islamici con quello dei paesi ex comunisti (e magari neanche tanto ex). Dunque, dopo l'elezione, c'è una sorta di pubblica seduta di autocoscienza in cui i vari stati dicono cosa pensano gli uni degli altri; o meglio il processo è una specie di pubblica raccomandazione dei nuovi arrivati: da parte di chi ci sta, naturalmente. Be' volete sapere chi ha raccomandato la Libia come "poliziotto", boy scout e difensore dei diritti umani? No, non l'Italia, come avrà pensato qualcuno dei più maligni fra di noi: con buona pace di Umberto Eco, qui da noi le residenze dei potenti sono magari usate per fare feste, più o meno di cattivo gusto, non per fare la festa alla gente, il piacere viene dal sesso e non dalla tortura; c'entra sempre il corpo, per alcuni la differenza è sottile, ma io saprei bene cosa scegliere; e comunque i diritti umani non c'entrano.

Volete sapere chi ha raccomandato davvero la Libia come paladina dei diritti umani? Badate, è successo pochi mesi fa, non nell'alto Medioevo... Sono tutti luoghi altamente raccomandabili, a loro volta poliziotti buoni, sceriffi della libertà di parola e di associazione. Mah, per esempio, la Siria, che se ne intende, ha detto: " La Jamahiriya araba della Libia  ha un'esperienza unica della democrazia, che le ha permesso la crescita e lo sviluppo dei diritti umani". L'Autorità palestinese: "siamo molto compiaciuti del rapporto nazionale [della Libia], il quale dimostra il grande interesse della Jamahiriya nello sviluppo dei diritti umani." L'Arabia Saudita: "L'interesse mostrato dalla Jamahiriya araba della Libia [per questi temi], dimostra l'importanza che attribuisce ai diritti umani." Cuba: "Possiamo vedere che ci sono significativi traguardi raggiunti dal paese in termini di diritti umani". Iran: "La Jamahiriya libica ha ottenuto eccellenti risultati nella promozione e protezione dei diritti umani. Eccetera eccetera: se volete sentire dalla viva voce dei testimonial (o dei loro interpreti) quanto è sempre stata democratica e umanitaria la Libia di Gheddafi, guardate questo breve video e resterete senza dubbio entusiasti: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZgNH6AHh6RE . Come vedere la pagliuzza del vicino quando si porta una trave nell'occhio?

Ugo Volli


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