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Il Foglio Rassegna Stampa
18.02.2011 I Fratelli musulmani trasformeranno l'Egitto in un secondo Iran
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 18 febbraio 2011
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Costituenti islamisti»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/02/2011, a pag. 1-4, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Costituenti islamisti ".


Giulio Meotti

Roma. Mentre la televisione di stato egiziana, per la prima volta da sessant’anni, ha trasmesso un’intervista con il portavoce dei Fratelli musulmani, Essam el Erian, il movimento islamista ha annunciato la nascita di un partito politico dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak. Il movimento punterà a fare dell’Egitto una società fondata su “valori islamici”. L’attuale Costituzione egiziana proibisce la formazione di partiti su una base religiosa, ma i generali al potere hanno già invitato un leader della Fratellanza nel comitato che deve presentare le modifiche alla Carta. Si parla di emendare rapidamente il testo attraverso un referendum. La revisione dovrebbe toccare un punto fondamentale: aprire la presidenza alle donne e ai non musulmani.
Ma donne, nella commissione costituente, non se ne vedono. A incutere timore negli osservatori internazionali è, invece, la presenza di un giudice del Consiglio di stato, Tariq al Bishri, e di un leader della Fratellanza, Sobhi Saleh. Il New York Times commenta che “la sorpresa più grande è stata l’inclusione di Saleh”. Saleh è noto per aver sostenuto posizioni talebane, come la richiesta di mettere al bando le effusioni amorose in pubblico, ovvero i baci. A capo del giureconsulto c’è l’anziano giudice Bishri, definito dalla stampa egiziana “islamista moderato”, un magistrato critico del regime, ma anche radicalmente ostile a Israele, legato ai Fratelli musulmani e a favore dell’“implementazione della sharia”.
Il capo della commissione incaricata di riformare la Costituzione egiziana, Tariq al Bishri, è figlio di un imam capo di al Azhar, è critico del “modello occidentale” di società, ha definito i Fratelli musulmani “il gruppo più positivo sulla scena politica” e ha tenuto discorsi agli incontri del movimento islamista, tra cui uno nel 2006 dove denunciò la “tirannia di stato” di Mubarak. Bishri è uno dei fondatori del movimento politico al Wasat, l’ala cosiddetta “riformista” che si è staccata dalla Fratellanza islamica, ma che da sempre ruota come copertura degli islamisti nel loro alveo politico e religioso. Per questo i copti sono preoccupati per la scelta di Bishri.
Nel 2004 Bishri, parlando al giornale al Ahram, elogiò il fondatore di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin. “Tutte le forme di resistenza devono essere dispiegate, inclusa la resistenza violenta”, disse Bishri su Israele. Il nuovo presidente della Costituente egiziana nel suo libro “The Islamic Sharia and Positive Law” lamenta il fatto che il regime egiziano abbia “disgiunto leggi e regole morali”, in nome del positivismo europeo estraneo all’islam. Si deve quindi tornare a forme di sharia. L’altro membro della costituente, Sobhi Saleh, tre anni fa si è espresso a favore di un radicale abbassamento dell’età del matrimonio, in linea con la legge islamica: da 18 a 15 anni. Ma è stata soprattutto la sua battaglia contro il museo di Alessandria a farne emergere le idee fondamentaliste e iconoclastiche.
Alessandria è infatti “il fronte della battaglia fra i secolaristi e gli islamisti”, per usare le parole di Mohamed Awad, direttore dell’Alexandria and Mediterranean Research Center. “Non vogliamo queste statue greche nude”, ha scandito il costituente Sobhi Saleh contro le esposizioni greche, romane ed egizie all’interno del celebre museo, uno dei simboli dell’antico cosmopolitismo egiziano. “Questa è una città islamica in un paese islamico”. Via dunque i nudi di Afrodite, perché sarebbero offensivi agli occhi dei Fratelli musulmani. Commentando la scelta di Tariq al Bishri come presidente della nuova costituente, il più noto blogger egiziano Wael Abbas ha appena scritto: “Non esiste una cosa chiamata islamista moderato”.
E infatti quando nel mondo islamico, per bocca del celebre intellettuale svizzero Tariq Ramadan, fu promossa un’ambigua moratoria delle punizioni corporali previste dalla sharia, il giudice Bishri commentò che anche questa era una iniziativa “giuridicamente infondata” e “basata sulla realtà dell’occidente”. Tira una brutta aria sul futuro del Cairo.

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