Questa mattina ho letto sulla Stampa l'intervista di Francesca Sforza allo scrittore romano Alessandro Piperno, nella quale gli chiede " il suo lato ebraico è molto svulippato, spesso siede vicino ad autori come Yehoshua,Grossman,Oz.. Ma c'è qualcosa che non la convince nella politica dello Stato di Israele ?".
Piperno risponde così. " Non sempre un problema contiene in sè una soluzione. Io sono pessimista su Israele. E non certo per la politica talvolta cieca dei suoi governanti, ma perchè mi pare che tutto congiuri per la sua futura distruzione. Il fatto che uno storico equanime come Benny Morris - spesso accusato dalla destra israeliana di essere un disfattista e un collaboratore degli arabi - abbia negli ultimi tempi maturato un analogo fatalismo conforta la mia idea e mi rattrista profondamente. Non c'è pace per gli ebrei":
Che ne pensate ?
cordiali saluti,
David Rossi
Cortese lettore, avevamo letto il primo romanzo di Piperno a seguito del gran battage pubblicitario di cui aveva goduto, ' i segreti della borghesia ebraica romana messi a nudo ' ! Una frase sufficientemente pruriginosa per arrivare a 200.000 copie, come sembra abbia poi venduto. Siamo arrivati con grande noia e fatica fino all'ultima riga, sempre nella speranza di trovare qualcosa che giustificasse la grancassa che l'aveva strombazzato. E invece, niente. Un romazetto da quattro soldi. Non basta chiamarsi Piperno e amare Proust, come il nostro sbandiera ai quattro venti, per avere delle storie interessanti da raccontare e, soprattutto, saperle scrivere. Dopo quell'esperienza con lui abbiamo chiuso.
Che il suo ' lato ebraico' sia poi sviluppato, come gli fa notare l'intervistatrice, è cosa del tutto risibile, se di ebraismo conosce quanto sa di Israele.
Piperno è un piccolo snob, che crede nelle affermazioni roboanti, poco importa se dettate dalla sua ignoranza.
Cita Benny Morris, senza sapere nulla dello storico israeliano, che è tutto l'opposto di ciò che Piperno gli attribuisce. Certo, sapere chi è Benny Morris non è obbligatorio, ma allora è doveroso astenersi dal citarlo.
Se Piperno fosse un 'mensch', cosa della quale fortemente dubitiamo, avrebbe dovuto semmai mandare a quel paese l'intervistatrice, quandi gli ha rivolto una domanda che con la letteratura c'entrava come i cavoli a merenda. Ma lui se ne è ben guardato.
IC redazione