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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.02.2011 Attentati: in arrivo in Europa il terrorismo di Al Qaeda
L'analisi di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 febbraio 2011
Pagina: 19
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Taleb, il 'ragazzo' terrorista pronto a colpire l'Europa»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 12/02/2011, a pag.19, con il titolo " Taleb, il 'ragazzo' terrorista pronto a colpire l'Europa ", Guido Olimpio analizza il terrorismo prossimo venturo.

WASHINGTON— I suoi uomini chiamano Ghaleb Taleb lo «straniero» . Oppure «il ragazzo» , e usano proprio la parola italiana. Potresti scambiarlo per un turista giramondo e invece è un terrorista di Fatah Al Islam, gruppo libanese vicino ad Al Qaeda. Taleb — secondo informazioni raccolte in Libano — è il capo di una rete con base in Grecia, dove ha preso il posto di un altro estremista, Mohammed Musa. La missione del «ragazzo» è di preparare un attentato spettacolare da eseguire sul territorio greco o in un altro Paese europeo. Ai suoi ordini una pattuglia di estremisti. I seguaci di Taleb sono concentrati nel Nord dell’Europa, ma contano presenze anche in Bulgaria e Germania. L’operazione affidata al qaedista è iniziata diversi mesi fa quando Taleb ha raggiunto Atene per riprendere in mano un network costruito negli anni. La vicinanza con la Turchia, i contatti con il Medio Oriente e il transito di traffici illegali fanno della Grecia il rifugio perfetto. E dunque Taleb si è messo subito al lavoro. Ha favorito l’arrivo e il passaggio di militanti provenienti dal Libano. Ha fornito denaro e documenti. Ha allargato la rete di contatti. Un complice, Munjed Al Fakham, arrestato dalla polizia libanese, ha raccontato molti particolari sullo «straniero» . Un imam lo ha autorizzato a tagliarsi la barba e lui fa di tutto per combinare la professione di terrorista con la bella vita. Gli piace spendere, quando può fa la cresta sui fondi ma è ritenuto affidabile sul piano operativo. Il movimento gli ha fornito uno stock di passaporti europei con i quali compie le ricognizioni. Di recente, però, è dovuto starsene al coperto. Una prudenza dettata da un paio di retate avvenute in Olanda e Belgio (novembre 2010) che avrebbero coinvolto militanti islamisti. Tra gli «amici» di Taleb ci sono anche due terroristi libanesi che nel 2006 hanno cercato di far esplodere un ordigno su un treno in Germania. Una strage evitata solo per un colpo di fortuna. La pericolosità di Fatah Al Islam non è per nulla sottostimata dai servizi di sicurezza occidentali, in particolare quelli francesi che hanno «studiato» molto il fenomeno. Parigi ha anche sfruttato le informazioni fornite dallo spionaggio dell’Autorità palestinese che ha «talpe» all’interno della arena integralista e dossier provenienti da Beirut. Il gruppo, dopo aver perso decine di elementi in una battaglia contro l’esercito libanese (2007), si è ricostituito. Ne fanno parte volontari del Golfo, palestinesi, siriani e yemeniti. L’ideologia e i metodi sono quelli qaedisti. I loro bersagli sono le forze dell’Onu in Libano (ci sono anche i soldati italiani), gli apparati di polizia e tutto ciò che può ostacolare i programmi della fazione. Dimostrando una certa abilità, il predecessore di Taleb in Grecia, Mohammed Musa, ha pianificato un attacco vicino alla sede del Mukhabarat siriano nel settembre 2008. Un’azione eseguita da un kamikaze saudita che doveva essere accompagnata da attentati contro diplomatici italiani e inglesi. Messi sotto pressione in Libano, i membri di Fatah Al Islam hanno attuato la tattica della dispersione. Un nucleo si è nascosto nel campo profughi palestinese di Ein Helouè, a Sidone. Diversi sono finiti in Iraq e una ventina, invece, ha scelto l’Europa usando proprio la Grecia come avamposto. Una decisione legata alla presenza di una struttura logistica semplice quanto efficace. Piccoli appartamenti, possibilità di ricevere denaro e passaporti, vie di fuga multiple. Sembra anche che i terroristi sfruttino intrecci con la piccola criminalità e il contrabbando. Un modo per finanziarsi o avere favori in caso di emergenza. Ad accoglierli in Grecia, nel 2009, c’era Mohammed Musa, grande esperto del paese e con buone amicizie. Poi, un anno fa, è stato sostituito. Dicono che non si sentisse più sicuro, forse era stato individuato dopo una fuga di notizie. Temendo l’arresto ha fatto i bagagli. Al suo posto è arrivato Ghaleb Taleb che ha intensificato gli sforzi per ampliare la colonia di fedayn di Fatah Al Islam. Lo «straniero» li ha divisi in team— composti da due-tre elementi— che si sono messi in movimento. In attesa dell’ordine di agire.

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