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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.02.2011 Iran: nel 2010 le impiccagioni sono state 546
Le Ong pacifinte tacciono, perchè ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 febbraio 2011
Pagina: 17
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Teheran, il regime ha paura. Arresti domiciliari per Karroubi»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/02/2011, a pag. 17, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Teheran, il regime ha paura. Arresti domiciliari per Karroubi ".

Come scrive Viviana Mazza, "Nel 2010, almeno 546 persone sono state impiccate in Iran ". Non abbiamo visto, però, manifestazioni di protesta organizzate da Human Rights Watch, Amnesty, Medici Senza Frontiere, Croce Rossa Internazionale. Gli innocenti impiccati dalla teocrazia iraniana non valgono nulla? E i detenuti ingiustamente nelle prigioni ? Gino Strada non si crocifigge per i due turisti americani segregati illegalmente a Evin dal 2009, perchè? Non npreoccupa nemmeno il Signor Annunziata, nel senso del marito americano attivista di Human Rights Watch, accorso subito al Cairo, ma ben attento a non imbarcarsi su un volo per Teheran.  Quando si tratta di puntare il dito contro Israele la loro voce si sente chiara e netta. E' solo un altro esempio dell'oggettività e della correttezza a senso unico delle Ong pacifinte.
Ecco l'articolo:

L’opposizione iraniana ci riprova. Sulla scia della rivoluzione in Egitto, il Movimento Verde — che non riesce a portare in piazza le masse dal dicembre 2009— ha lanciato una manifestazione di solidarietà nei confronti degli egiziani per lunedì 14 febbraio. La risposta del regime degli ayatollah è stata immediata: uno dei leader dell’opposizione, il religioso Mehdi Karroubi, si è ritrovato ieri le guardie davanti casa, e hanno vietato l’accesso anche ai suoi figli. «Arresti domiciliari» . In carcere il suo collaboratore Taqi Rahmani. Il procuratore Gholam Hossein Mohseni Ejehi ha negato il permesso alla manifestazione, spiegando che chi vuole esprimere appoggio agli egiziani può benissimo farlo oggi, al corteo ufficiale per il 32 ° anniversario della rivoluzione islamica in Iran. Il regime ha già dettato la linea nei giorni passati: la rivoluzione egiziana è «islamica» — e non importa se gli stessi egiziani dissentono. E per chi, senza permesso, pensa di manifestare, c’è l’avvertimento di Hossein Hamedani, alto ufficiale dei Guardiani della Rivoluzione (che hanno guidato la sanguinosa repressione nel 2009): «I cospiratori non sono altro che cadaveri. Li schiacceremo, se solo si muovono» . L’anniversario è stato scelto invece da «Iran Human Rights» , un gruppo di attivisti dei diritti umani (che vivono in Iran e all’estero, e si definiscono politicamente indipendenti) per divulgare il rapporto annuale sulla pena di morte. Nel 2010, almeno 546 persone sono state impiccate in Iran: secondo il documento, è il numero più alto negli ultimi 20 anni (rispetto al 2009, 144 in più). Un numero che, per il portavoce Mahmood Amiry-Moghaddam «è destinato a crescere nel 2011» : a gennaio, 85 prigionieri sono stati messi a morte, tra cui 3 per aver partecipato alle proteste elettorali del 2009. Delle 546 esecuzioni (ciascuna verificata da due fonti in Iran) «solo il 57%è stato confermato da fonti ufficiali» . Tra queste, ci sono 38 casi di impiccagioni per «moharebeh» (guerra contro Dio), accusa usata contro i prigionieri politici. Sono almeno due i minorenni: Arash Rahmanipour, prima fu accusato d’aver partecipato alle proteste dell’Onda Verde, poi di aver aiutato un gruppo monarchico in un attentato; dell’altro è noto solo il nome, Mohammed. Il restante 43%delle esecuzioni è avvenuto in segreto. La maggior parte si sono verificate nella provincia di Khorasan, nel nordest dell'Iran (confinante con l’Afghanistan), in particolare nel penitenziario di Vakilabad della città di Mashhad. Nel mese di agosto — il peggiore — 187 persone sono state impiccate in quel carcere che, secondo gli attivisti, ha dovuto ordinare più corda da Teheran avendola esaurita. «I metodi sono gli stessi della fine degli anni Ottanta, quando gli oppositori politici furono impiccati in massa in carcere: niente visite, linee telefoniche sospese» , dice Amiry Moghaddam. «Nelle esecuzioni dell’ 88 era coinvolto l’attuale procuratoreMohseni Ejehi» . L’accusa di traffico di droga — la più frequente— non lo convince. Di solito, sono casi che vengono pubblicizzati. Perché tenerle segrete? «Potrebbe essere che i Guardiani della Rivoluzione cercano di rimuovere delle prove?» . La maggior parte delle vittime sono iraniani, ma vi sono anche afghani e un nigeriano. Diverse fonti ufficiali hanno dichiarato in passato che i Guardiani della Rivoluzione sono coinvolti nel traffico di droga e di armi con l’Afghanistan ma anche con altri Paesi, tra cui la Nigeria, dov’è in corso un processo. «Iran Human Rights» chiede un’inchiesta dell’Onu.

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