Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/02/2011, a pag. 19, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Il blasfemo merita la morte. Chiese bruciate in Indonesia ".

Cristiani a rischio in Indonesia, un Paese musulmano. Chissà come commenterebbe Barbara Spinelli che in un suo articolo sosteneva che l'islam fosse la religione della gentilezza e dela tolleranza (http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=4&sez=110&id=38065).
Ecco il pezzo di Cecilia Zecchinelli
Più di mille musulmani indonesiani infuriati da un verdetto «troppo mite» contro un cristiano «blasfemo» hanno attaccato ieri nel centro di Giava tre chiese bruciandone due, assaltato un orfanatrofio e un ambulatorio cristiani. Tutto è iniziato nel tribunale dove Antonious Baewengan, cristiano di Sulawesi, era appena stato condannato a cinque anni per aver diffuso volantini in cui si prendevano in giro simboli islamici. La folla esigeva la condanna a morte, hanno raccontato i testimoni: alla fine del processo ha iniziato a gridare slogan, affrontato e vinto centinaia di poliziotti, distrutto l’edificio. E poi ha marciato alla ricerca di «obiettivi cristiani» . Fonti di AsiaNews hanno precisato che il parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, danneggiata nell’attacco, «è stato picchiato con violenza mentre cercava di difendere il tabernacolo e l’eucarestia» . Cattolici anche l’orfanotrofio e l’ambulatorio distrutti, mentre le due chiese bruciate erano pentecostali. L’assalto ai cristiani, duramente condannato nel mondo e giudicato «gravissimo» dal ministro degli Esteri Franco Frattini, segue di due giorni un altro drammatico attacco contro una minoranza religiosa. Tre fedeli dell’Ahmadiya sono stati uccisi da una folla inferocita nell’Ovest di Giava. La «setta» , che si ritiene musulmana ma che l’Islam ortodosso considera eretica poiché l’indiano che la fondò a fine ’ 800 si proclamava «profeta» , in Indonesia conta 200 mila aderenti. Spesso oggetto di violenze, gli Ahmadi sono stati ancor più perseguitati dopo che una legge del 2008 li ha dichiarati «illegali» . Conseguenza della crescente pressione dei gruppi islamici sul governo e sul presidente Susilo Bambang Yudhoyono, che peraltro sabato ha condannato l’attacco con un inusuale intervento in tv. Ma che è ora oggetto delle pressioni della comunità internazionale perché il Paese delle mille isole, che ospita il più grande numero di devoti alla fede islamica al mondo (237 milioni, oltre l’ 86%della popolazione) ritrovi lo spirito di tolleranza verso le altre fedi per cui era noto in passato. L’Islam, che non compare nella Costituzione, non a caso qui è arrivato con i mercanti persiani e indiani, non con gli eserciti della Jihad. Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate.
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