Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 07/02/2011, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Teheran, due americani alla sbarra per spionaggio".
Josh Fattal, Sarah Shroud, Shane Bauer, Maurizio Molinari
Udienza a porte chiuse, a Teheran, per il processo ai tre giovani americani catturati nel 2009 durante una gita sulle montagne del Kurdistan iracheno e accusati di spionaggio. Shane Bauer e Josh Fattal sono detenuti dal luglio 2009 mentre Sarah Shroud è processata in contumacia, essendo stata liberata lo scorso anno in cambio di una cauzione di 500 mila dollari negoziata dall’Oman. Masud Shafiei, l’avvocato dei tre, ha raccontato di averli trovati «in buone condizioni di salute» e di averli assistiti legalmente fino alla decisione del Tribunale rivoluzionario di Teheran di aggiornare la seduta a una «prossima occasione».
Trattandosi di un processo per spionaggio, nessun osservatore è stato ammesso in aula. Il Tribunale opera nella più assoluta segretezza e ciò dà adito alle più disparate interpretazioni: dalla volontà del governo della Repubblica Islamica di intavolare un negoziato segreto con Washington all’ipotesi che si possa arrivare a una veloce liberazione, come avvenne nel gennaio 2009 con Roxanna Saberi, la giornalista condannata a otto anni per spionaggio.
Lo scenario di una trattativa si lega a quanto avvenuto lo scorso settembre a New York, quando l’appena liberata Sarah Shourd incontrò il presidente iraniano Ahmadinejad a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu e gli chiese di facilitare la scarcerazione dei due giovani «perché non sono spie». Ahmadinejad rispose ponendo la questione degli «iraniani imprigionati in America» riferendosi in particolare, secondo alcune fonti, a Amir Hossein Ardebili, condannato nel 2010 a cinque anni perché scoperto a spedire illegalmente a Teheran armamenti.
La vicenda dei tre giovani americani arrestati nell’area del Kurdistan lungo il confine con l’Iraq è emersa anche in alcuni dispacci svelati da Wikileaks, nei quali fonti militari americane affermavano che i tre si trovavano in realtà sul territorio iracheno a ridosso del confine e sarebbero stati catturati con uno sconfinamento delle truppe iraniane.
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