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Informazione Corretta Rassegna Stampa
07.02.2011 IC7 - Il commento di Stefano Gatti
Dal 30/01/2011 al 05/02/2011

Testata: Informazione Corretta
Data: 07 febbraio 2011
Pagina: 1
Autore: Stefano Gatti
Titolo: «Il commento di Stefano Gatti»
Il commento di Stefano Gatti


Stefano Gatti, ricercatore e redattore del portale 'Osservatorio antisemitismo' (www.osservatorioantisemitismo.it ) della Fondazione CDEC

La notizia che ha connotato la settimana che va dal 30 gennaio al 5 febbraio è la rivolta contro il regime di Mubarak, l'elemento che ha caratterizzato la maggior parte dei commenti usciti sulla stampa quotidiana, è stato però la mancanza di riferimenti al duro e capillare antiebraismo diffuso in Egitto. Gli esempi nel recente passato sono molteplici. Nel corso della fiera internazionale del libro che si tiene ogni anno a Il Cairo è normale trovare esposti il 'Mein Kampf', i 'Protocolli dei Savi anziani di Sion', e tanti altri libri antisemiti che uniscono argomenti tipici dell'antiebraismo islamista con stereotipi cristiani. Nel corso della fiera del febbraio 2003, fu presentato il libro 'The Bomb', scritto da Muhammad Issa Daud (è un 'penname' vuol dire Maometto, Gesù, Davide) in cui viene dimostrato scientificamente che gli ebrei 'discendono dalle scimmie e dai maiali', a corredo di ciò molte fotografie di mummie di ebrei', riconosciuti come tali per i 'capelli chiari' ed il 'naso adunco', forniti di coda.
L'antiebraismo egiziano non ha però  'solo' un'ispirazione islamista, basti pensare alla reazione dei giornali 'laici' - sia quelli vicini al regime che all'opposizione 'secolare' – che, quando a settembre del 2009 fu bocciata la candidatura di Faruk Hosni, ministro egiziano della cultura dal 1987, alla corsa di direttore generale dell'Unesco, commentarono così:
'L'America, l'Europa e la lobby ebraica hanno abbattuto Faruk Hosni' (Al-Masry Al-Youm)
'Il candidato egiziano e arabo ha subito una feroce campagna contraria da parte dell'amministrazione americana sotto la pressione degli ebrei (Al-Ahrar)
'C'è gente che disprezza gli altri che non sono come loro e la loro cultura, gente che si vanta di essere il popolo eletto di Dio, i figli di Dio e i suoi amati, i soli che hanno diritto a prendere in mano i destini del mondo' (Al Ahram, il più importante giornale dell'Egitto e del mondo arabo).
A novembre del 2002, la televisione di stato egiziana ha trasmesso una 'fiction' in 41 puntate – con grande successo - intitolata 'Un cavaliere senza cavallo'  basata sui 'Protocolli dei Savi anziani di Sion'. La serie ha ovviamente ottenuto il visto della censura ed è stata elogiata dalla Radio e Televisione Egiziana come 'momento fondamentale della fiction egiziana'.
Questi sono solo alcuni esempi...
Ed a proposito di 'antisionismo' che dire dello scrittore laico Ala Al Aswani, autorevole esponente del movimento 'progressista' "Kefaya che, venuto a sapere nell'ottobre del 2010 che Centro di ricerca Israele-Palestina di Gerusalemme voleva diffondere alcune copie in ebraico del suo best-seller Palazzo Yacoubian per "offrire anche agli israeliani il privilegio della lettura d' un grande romanzo" ha affermato «Non voglio alcun contatto con Israele, perché significherebbe promuovere la normalizzazione e io invece mi oppongo a qualsiasi forma di cooperazione». Il 'laico' Al Aswani non vuole alcun atto di avvicinamento al 'nemico'.
Il movimento ' Kefaya' è di origine 'comunista', connotato in chiave antiebraica ed antioccidentale,  e tanto estremista da mettere in programma la cancellazione della pace con Israele.
La maggior parte dei commentatori dei principali quotidiani, oltre ad ignorare le istanze antiebraiche ed 'antisioniste' presenti nella società egiziana ed anche nel movimento contro il 'raiss', ha manifestato un sostanziale ottimismo per un passaggio indolore della repubblica egiziana dall'autoritarismo di Mubarak ad una democrazia stile Turchia di Erdogan.
Paradigmatico di questa perenne sottovalutazione del pericolo costituito dall'islamismo radicale da parte di una certa cultura 'progressista', è il commento di Barbara Spinelli per la Repubblica del 2 febbraio (Il dizionario dei luoghi comuni) dove, a fianco dei consueti stereotipi' 'anti-israeliani' caratteristici del coté 'liberal'  (per Spinelli Israele, è una pseudo democrazia, 'stato etnico', amico dei dittatori e sempiterno persecutore dei palestinesi), l'editorialista sostiene che
'il 75 per cento dell'islam ha democrazie elettive, dall'Indonesia alla Turchia', e quindi anche il nuovo Egitto si avvia a diventare una quieta repubblica come la Turchia e la Malesia...
Medesimo approccio quello di Sandro Viola che, sempre sulle pagine di Repubblica del 3 febbraio ('La tempesta in Egitto che fa tremare Israele'), si spinge addirittura a minimizzare il problema  costituito dall' Iran antisionista e negazionista e che si sta dotando dell'arma atomica ('grazie anche alla corresponsabilità di El Baradei):
'inquietava da un paio d'anni la casse politica... e circolava ogni tanto anche nei discorsi della gente', ma il vertice lo raggiunge Rossana Rossanda de il Manifesto che, nel suo commento del 4 febbraio ('Non è tempo di esitare'), oltre a minimizzare la minaccia incarnata dall'islamismo radicale:
'tutti temono come la peste i Fratelli Musulmani, quasi che fossero Al Qaeda travestita...Chi di noi ha conosciuto qualcuno dei Fratelli Musulmani sfuggito alla forca o alla galera, sa che non sono affatto simili ai talibani, anche se certamente simpatizzano per Hamas, che neanch'essa è talibana. Ma detesta Israele...Ma si obietta, se non si fa barriera all'islam Israele sarà distrutta. Non è vero quasi tutto il mondo, compresi molti musulmani, è per l'esistenza dello stato di Israele'...
La quasi totalità del mondo arabo-islamico continua a rifiutare l'esistenza dello stato ebraico, addirittura recentemente anche la Turchia di Erdogan ha assunto una posizione sempre più filoislamista, decisamente 'anti-israeliana'  e non scevra da un marcato antiebraismo (nella Turchia di Erdogan  i libri antisemiti diventan spesso dei best-sellers...).
Hamas poi non 'detesta' Israele ne auspica la distruzione, e non si 'limita' a 'detestare' i 'sionisti' vuole l'eliminazione di tutto gli ebrei, come è scritto nel suo statuto.
Anche la Fratellanza Musulmana che, non va scordato, nel corso del secondo conflitto mondiale si schierò con le potenze dell'Asse, è connotata da antiebraismo ed antisionismo, non è una mera associazione filantropica impegnata nell'assistenza dei poveri,  e magistrale è, al proposito, l'articolo di Giulio Meotti su Il Foglio del 3 febbraio ('Famiglia allargata e pericolosa').
La Fratellanza ha radicalizzato il fondamentalismo islamico attraverso una struttura segreta paramilitare, che mantiene ancora oggi, ha giustificato il terrorismo degli shahidim, ed il suo obiettivo è quello della reislamizzazione usando un doppio linguaggio (la cosiddetta 'taqiyya, l'arte della dissimulazione) che semina confusione ed ambiguità.
Stupisce poi che gli esperti di Medio-Oriente dei principali media si siano lasciati sfuggire una recente ricerca (2 dicembre 2010) del Pew Research Center (Muslim Publics Divided on Hamas and Hezbollah) da cui emerge che tre quarti dei musulmani egiziani intervistati, si ritiene infatti a favore della lapidazione delle adultere, delle frustate 'sanzionatorie', del taglio di mani e piedi per i reati di furto ed alla pena di morte per gli apostati..


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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