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Libero Rassegna Stampa
06.02.2011 La Gran Bretagna apre gli occhi: il multiculturalismo è morto
La cronaca di Andrea Morigi

Testata: Libero
Data: 06 febbraio 2011
Pagina: 16
Autore: Andrea Morigi
Titolo: «Il multiculturalismo è morto, Cameron annuncia il funerale»

La Gran Bretagna sembra si stia accorgendo che l'islam vuole conquistare l'Occidente. La cronaca di Andrea Morigi, su LIBERO di oggi, 06/02/2011, a pag.16, con il titolo " Il multiculturalismo è morto, Cameron annuncia il funerale". Articoli sulle dichiarazioni del Primo Ministro inglese sono uscite su quasi tutti i quotidiani.
Ecco il pezzo:


David Cameron      No comment

Con un annuncio shock il premier britannico David Cameron dichiara ufficialmente chiusa l’epoca del multiculturalismo di Stato. Quello che «ha incoraggiato culture diverseavivere viteseparate, distanti una dall’altra e dalla maggioranza », sarà sostituito da una nuova politica governativa. D’ora in poi, stop alla tolleranza verso «le comunità segregate che si comportano in modo da contrastare i nostri valori ». È unmodellofallito quello in cui «alcuni gruppi che sipresentano come una porta d’accesso alla comunità islamica ricevono una pioggia di finanziamenti pubblici sebbene facciano molto poco per combattere l’estremismo». Le nuove parole d’ordine sono chiare: «impedire ai predicatori d’odio di venire nei nostri Paesi» e «sciogliere le organizzazioni che incitano al terrorismo, in Patria e all’estero». E «i governi devono anche essere più accorti nel trattare con coloro che, benché non violenti, sono certamente, in alcuni casi, parte del problema». DIRITTI E DEMOCRAZIA Si fissano i requisiti: il riconoscimento dei diritti umani, anche per le donne e gli appartenenti ad altre religioni, dell’uguaglianza di fronte alla legge, della democrazia, dell’integrazione. Non si attacca affatto l’islam, precisa il capo del governo britannico, ma «un’ideologia, l’estremismo islamico », in cui si trovano le origini degli attentati. Inutile però nascondersi che «questa minaccia provienein modoschiaccianteda giovani che seguono un’interpre - tazione completamente perversa e distorta dell’islam e che sono pronti a farsi esplodere e a uccidere i propri concittadini». Anche il suo predecessore laburista Gordon Brown si era accorto, ma troppo tardi, che lo slogan “prima musulmani, poi britannici” aveva ormai preso piede sul territorio della Gran Bretagna. Lì, dove arrivano ogni anno mezzo milione di immigrati extra-comunitari, cioè quasi un terzo del milione e 700mila che l’Europa Occidentale accoglie, il fenomeno non è più incontrollabile. Di per sé, le cifre non sono eloquenti come l’accusa mossa ieri da Camerona Monacodi Baviera, alla 46ma Conferenza sulla Sicurezza, davanti a una platea che comprendeva Henry Kissinger, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, banchieri e manager internazionali, diplomatici e autorità di governo di tutto il mondo, compreso il ministro degli Esteri Franco Frattini. Occorre riconoscere gli errori compiuti, spiega l’inquilino di Downing Street elencando i fallimenti della politica di prevenzione dell’estremismo violento, la Pve, adottata dopo il 2005. Si è tentata la strada della partnership fra istituzioni e gruppi non violenti, ma nonè stato fermato il «processo di radicalizzazione». Evitando di affrontare i temi dei matrimoni forzati e dei «predicatori d’odio che possono seminare disinformazione sui doveri dei musulmani», non ci si è resi conto che molti terroristi «inizialmente erano stati influenzati da quelli che alcuni hanno chiamato “estremisti non violenti” e poi avevano portato quelle dottrine radicali al livello successivo, abbracciando la violenza». La prima sentenza di condanna del multiculturalismo l’aveva pronunciata nell’ottobre scorso la cancelliera tedesca Angel Merkel, reagendo alle parole del presidente federale Christian Wulff, per il quale l’islam sarebbe parte integrante della vita tedesca, tanto quanto cristianesimo ed ebraismo. Ieri, in platea, Frau Merkel ascoltava compiaciuta il discorso di Cameron. Non soltanto per la rottura col passato. Da Londra arriva anche una strategia concreta nella lotta contro il radicalismo. Stanno introducendo il Servizio civile nazionale. Cameron lo presenta all’uditorio come un programma di due mesi per sedicenni di estrazioni diverse, che potranno vivere e lavorare insieme. Un laboratorio di melting pot, insomma, prodotto da un «liberalismo molto più attivo e muscolare». MUSULMANI DIVISI Così Cameron lancia una vera e propria controffensiva culturale contro il terrorismo. In due fasi. Prima va affrontata «l’ideologia che lo sostiene sconfiggendo le idee che deformano così tante menti». Poi «le questioni identitarie che lo sostengono, affermando una visione più larga e generosa della cittadinanza». Il Consiglio islamico in Gran Bretagna intanto protesta perché si sente minacciato «come parte del problema invece che parte della soluzione». Ma la Quilliam Foundation, think tank di musulmani moderati, saluta il nuovo corso del governo come una buona notizia, perché ritiene «l’estre - mismo dannoso per le società moderne, multietniche e multireligiose ». Come previsto, ai fondamentalisti non interessa condividere i valori, ma instaurare la sharia. Avevano trovato perfino un alleato in Rowan Douglas Williams, l’attuale arcivescovo di Canterbury, al quale appariva «inevitabile» l’introduzione di elementi della legge coranica nell’ordinamento britannico. Invece, da ieri, improvvisamente, i due sistemi giuridici non sono più compatibili

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