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Informazione Corretta Rassegna Stampa
05.02.2011 A chi interessa la sicurezza dello Stato ebraico ?
Analisti, opinionisti, esperti, neanche una riga su Israele

Testata: Informazione Corretta
Data: 05 febbraio 2011
Pagina: 1
Autore: IC redazione
Titolo: «A chi interessa la sicurezza dello Stato ebraico ?»

Anche oggi, 05/02/2011, i giornali dedicano molte pagine alla crisi egiziana.
Cronache, analisi, commenti, accomunati da una precisa scelta, stare dalla parte di chi vuole l'abbandono di Mubarak. Qualche differenza, ma leggera, spesso fra le righe, tra chi vuole la transizione con effetto immediato e chi invece comincia a capire che è più saggio rinviarla a quando i giochi saranno più chiari.
Nelle cronache il Cairo viene descritto come un campo di battaglia, off limits ai giornalisti stranieri, fa effetto leggere i servizi, soprattutto quando non c'è giornale italiano, al pari di quelli internazionali, che non abbia mandato i suoi bravi inviati speciali, che non risultano nè incarcerati nè espulsi.
Sembra che sia stato fermato il marito di Lucia Annunziata, ex Washington Post, e oggi in pianta stabile presso lo Human Rights Watch, quell'Ong che, malgrado il nome, non svolge proprio una difesa dei diritti umani. Almeno quelli di tutti, la sua attenzione, con acclusa difesa, bisogna meritarsela.
Ma la notizia di maggior rilievo, oggi, è l'assoluta mancanza di un qualsiasi riferimento a Israele, un paese da sempre, in modo ossessivo, al centro dell'attenzione di tutti i media. E dire che ce ne sarebbero tutti i motivi.
Il mondo arabo musulmano, che finora, con l'eccezione di Egitto e Giordania, non ha ancora accetttato la sua presenza nella regione, e continua a minacciarne persino l'esistenza, è entrato in una fase di grande cambiamento. Ma non è ancora chiaro quali contorni avrà. Il fondamentalismo del Fratelli musulmani, ad esempio, è uno dei maggiori pericoli per la stabilità della regione, ed il fatto che in questa fase abbiano scelto un basso proflo, dovrebbe preoccupare ancora di più, mentre avviene il contrario. Hezbollah tace, idem Hamas, l'Iran si compiace per la caduta dei suoi nemici, in Tunisia e in Egitto, e aspetta la salita al potere del suo uomo, El Baradei.
Vengono poi presentati come 'moderati' coloro che si richiamano alla Turchia quale esempio di governo islamico democratico, come se la Turchia non fosse già una concreta minaccia per l'Occidente.
I nostri giornali, con le solite, sparute eccezioni, danno credito  a questo nuovo che avanza, con la stessa cecità con la quale avevano festeggiato la caduta dello Scià e l'arrivo di Khomeini.
In questa tenaglia, circondato da nemici che potrebbero diventare sul serio mortali se l'Egitto finisse nelle mani sbagliate, c'è Israele.
Ma la cosa, se giudichiamo dal silenzio che lo circonda, sembra non destare alcun interesse.
Con Obama che sembra sempre di più la fotocopia di Jimmy Carter e una Unione europea incapace di valutare il pericolo rappresentato dall'islam fondamentalista, la diplomazia israeliana si trova a dover combattere una nuova guerra mediatica, far capire, agli amici soprattutto, che il conflitto con i palestinesi non ha nulla a che fare con la rivoluzione del mondo arabo, anzi. Una vittoria degli oltranzisti nemici di israele metterebbe in serio pericolo ogni soluzione di pace, allargando il conflitto a tutta la regione.

IC redazione


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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