Cari amici, in questo momento tutti dicono la loro sull'Egitto ed è comprensibile, perché la posta in gioco è gigantesca: l'Egitto è la capitale naturale del mondo arabo ed è stato negli ultimi trent'anni il caposaldo della pace fredda che bene o male ha contenuto il conflitto in Medio Oriente. Ma in realtà nessuno oggi sa come andrà a finire lo scontro fra Mubarak e la piazza. Io dunque mi limito a mostrarvi due piccoli dettagli per farvi capire quali sono le forze in gioco.
Il secondo dettaglio è più piccolo e privo di conseguenze, ma altamente significativo. Guardate, per favore, questa "notizia" dal sito di Al Jazeera comparsa due giorni fa: http://www.aljazeera.com/news/articles/39/Mubaraks-planning-exile-to-Tel-Aviv.html. Vi si dice che Mubarak sta "pianificando di fuggire a Tel Aviv" e lo si mostra in una vecchia foto in atteggiamento amichevole con Olmert – il quale, come sapete non è più al governo in Israele da tre anni. La notizia è inesistente: come sa Al Jazeera cosa starebbe "pianificando" Mubarak? Di fatto poi questa eventuale "pianificazione" non si è realizzato e appare improbabile che si realizzi. Ma serve a attirare su Mubarak l'odio per Israele e su Israele, che non c'entra la rivolta egiziana che sembra un po' impantanata (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=205931). Al Jazeera ha sostanzialmente guidato questa rivolta, così come ha "cercato di rovesciare il governo palestinese con le sue ultime rivelazioni". L'ha detto il presidente dell'AP, Abbas, che è parte in causa, obiettivo principale della manovra dell'emittente del Qatar. (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=205920). Nell'epoca dell'informazione globale, non vi è più solo il terrorismo con le armi, vi è anche quello con la legge e la diplomazia, ampiamente praticato dai palestinesi stessi, e quello con l'informazione, di cui sono autori ma anche vittime. Al Jazeera è una forza paragonabile oggi ad Al Qaida, alla Fratellanza Musulmana, uno degli assi dell'islamismo globale. Che la maggior parte dei media europei la prenda come una fonte di informazione credibile, è uno dei grandi segni di Eurabia.
Ugo Volli
PS: A parte quel che vi ho raccontato, secondo voi le agitazioni di piazza in Tunisia, Algeria, Egitto, Yemen ecc. hanno molto a che fare con Israele? Non tanto, eh? Forse c'entrano di più la disoccupazione e l'inflazione dei generi di prima necessità (come diceva Clinton, quello vero: "E' l'economia, stupido!") o se preferite la voglia di libertà, di liberarsi di regimi corrotti e gerontocratici. E allora, come la mettiamo con la teoria di Obama e compagni che la chiave per risolvere tutti i problemi del Medio Oriente è nel conflitto fra Israele e i palestinesi?