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La Stampa Rassegna Stampa
28.01.2011 Stuxnet funziona! Danneggiato il programma nucleare iraniano
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 gennaio 2011
Pagina: 16
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «L’Iran sull’orlo di una Cernobil»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2011, a pag. 16, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " L’Iran sull’orlo di una Cernobil ".


Maurizio Molinari, Mahmoud Ahmadinejad

Russia ed Emirati del Golfo temono il rischio di una Cernobil 2 in Iran e premono su Teheran affinché consenta di ispezionare il reattore di Bushehr, danneggiato dal virus Stuxnet. A paventare il rischio di un disastro nucleare nel Golfo Persico simile a quello in Ucraina nel 1986 è l’ambasciatore russo alla Nato, Dmitry Rogozin, che ha proposto un’inchiesta congiunta russo-atlantica sulle reali condizioni di Bushehr, l’impianto atomico costruito proprio da tecnici moscoviti.

Il passo di Rogozin segue quello compiuto da più monarchie del Golfo presso l’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) al fine di inviare ispettori in Iran per appurare i danni arrecati agli impianti dal virus. Fonti diplomatiche a Vienna spiegano a La Stampa che il timore di Russia ed Emirati ha a che vedere con la possibilità che Teheran decida di attivare Bushehr sottovalutando i danni arrecati dal virus, andando così incontro al rischio di un incidente che potrebbe sprigionare radiazioni in tutto il Medio Oriente. Nel caso di Cernobil le nubi di radiazioni dall’Ucraina arrivarono fino alla Russia e all’Europa Occidentale.

Il virus Stuxnet ha colpito gli impianti iraniani alcuni mesi fa e, secondo una ricostruzione del New York Times , è il frutto della cooperazione fra le supersegrete task force cibernetiche di Stati Uniti e Israele - forse con la collaborazione di Gran Bretagna, Francia e Germania - che sono riuscite a confezionare un’aggressione digitale che avrebbe arrecato gravi danni, mettendo fuori uso parecchie centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

Lo scenario di ispezioni internazionali a Bushehr ha spinto Ali Khamenei, leader supremo della Repubblica Islamica, a varare un piano per scongiurarlo. Da qui la decisione di affidare a Ali Akhbar Salahi, titolare dell’Agenzia atomica nazionale, il compito di convincere l’Aiea che «la situazione è del tutto sotto controllo» nonostante Stuxnet e che i tecnici iraniani «sono in grado di gestire la situazione senza rendere necessari interventi esterni». Al tempo stesso Khamenei ha ordinato a Mohammad Hosseini, ministro della Cultura, di coordinare una campagna di controinformazione per negare che Stuxnet abbia arrecato seri danni. Khamenei ha convocato Salahi e Hosseini spiegando loro che le priorità sono due: evitare ritardi nell’attivazione di Bushehr e scongiurare la diffusione di panico fra la popolazione civile per un possibile incidente nucleare.

L’obiettivo di Khamenei, osservano fonti vicine all’Aiea, sembra essere quello di continuare a smentire danni agli impianti per non dover discutere l’ipotesi di sostituire le strutture danneggiate. Il virus Stuxnet è stato progettato per colpire il sistema di controllo - inviando comandi che mandano fuori uso alcune componenti - e se gli ispettori dell’Aiea dovessero appurare quanto avvenuto dovrebbero mettere mano al software, ovvero venire a conoscenza dei segreti più gelosamente custoditi.

È da novembre che Salahi si oppone alle richieste dell’Aiea: prima negando che le centrifughe fossero state danneggiate e poi, dopo le frammentarie ammissioni del presidente Ahmadinejad, ribadendo la volontà di impedire all’Occidente «di penetrare i nostri impianti». La palla ora è nel campo dell’Aiea e l’intervento dell’ambasciatore russo alla Nato potrebbe portare a una richiesta congiunta di verifica sui danni di Stuxnet.

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