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Il 27 gennaio e la Shoah 28/01/2011

Gentile Redazione,

Vi chiedo di girare al Prof. Volli questa mia sul suo articolo "Solo a queste condizioni, la Giornata della Memoria".

Egr. Prof. Volli,

Le scrivo dopo aver letto sul sito Informazione Corretta il suo articolo dal titolo "Solo a queste condizioni, la Giornata della Memoria", dal quotidiano on line Il Sussidiario.

La sua analisi, a mio modesto avviso, tocco il nodo cruciale dello scopo della Giornata della Memoria: ricordare affinchè non si ripeta più quella tragedia è importante ma, ancora più essenziale, è capire "che cosa" ricordare affinchè questa giornata rappresenti un momento di riflessione costruttiva e non una qualunque celebrazione di facciata.

Proprio stamane mi è capitato di discutere di questo aspetto: la Shoà è stata il culmine di una progressiva diffusione e radicalizzazione di quell'antisemitismo che caratterizzava la società europea.

Ma, allora, è più importante ricordare la Shoà o il terreno culturale che l'ha resa possibile? Sì, perchè, a parte i soliti negazionisti che, per quanto attivi, soprattutto su internet, rappresentano un pensiero minoritario, sulla Shoà si conosce ormai molto grazie a scritti, testimonianze, filmati, immagini, libri e quant'altro. Al contrario, credo che sia notevole l'ignoranza di ampie fette dell'opinione sugli eventi che hanno preceduto la Shoà. E tale ignoranza, che nè i mezzi d'informazione nè la scuola contribuiscono a combattere, può risultare estremamente pericolosa se si considera che i recenti rigurgiti di antisemitismo hanno tutti i caratteri di quello stesso pregiudizio antiebraico che precedette e preparò la Shoà. Lo spettro di un fantomatico complotto ebraico (o israeliano), l'accusa del sangue nella più moderna forma dell'accusa di espiantare organi ai prigionieri palestinesi ed ai terremotati haitiani, l'indifferenza diffusa verso gli episodi di antisemitismo di matrice filoaraba, la tolleranza della manifesta aggressività verbale (e non solo) di gruppi No Global, ONG e estremisti islamici verso gli Ebrei (oltre e prima ancora che verso Israele), il linguaggio di alcuni media (il Manifesto, la Republbica, l'Unità, TG3, ecc.) cosa hanno di diverso con l'accusa del complotto pluto-giudaico-massonico di mussoliniana memoria? O con le accuse rivolte dai Tedeschi agli Ebrei di aver provocato la sconfitta della Germania nella I Guerra Mondiale? o con gli articoli dei giornali fascisti nella seconda metà degli anni '30 del '900? E l'elenco dei paragoni potrebbe proseguire.

Ecco dunque che, se veramente si desidera che questa giornata rappresenti un'occasione per evitare che la Shoà si ripeta, è necessario sottolineare la necessità di vigilare per individuare quei fenomeni che possono preparare il terreno a nuovi pregiudizi, prima, ed a nuove persecuzioni, poi.

Non crede che solo così la Giornata della Memoria possa essere un momento importante per la società e non un'occasione, per molti, di lavarsi la coscienza?

Distinti saluti
Daniele Coppin

Ugo Volli ci incarica di dirle che è completamente d'accoprdo con lei.
Un saluto cordiale,
IC redazione


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