"In questo giorno..." lettera di Patrizia del 27.01.
Ha ragione. L'olocausto e' un sacrificio, ed e' conosciuto come tale da tutti quelli che hanno studiato la bibia in italiano o francese o qualche altra lingua generata dal latino. Il nome in ebraico, ola' (in ebraico, non in spagnuolo!) non e' traducibile (Buber ha cercato di creare una traduzione in tedesco ma e' ancora piu' incomprensibile) e quindi i traduttori della Septuaginta (circa 200 ante Cristo, ad Alessandria d'Egitto) hanno adoperato una descrizione che vuol dire bruciato integralmente. Nel senso di pogrom e' stato adoperato per la prima volta da un vecchio scrivano nella prima meta' del 1200, raccontando la festa del popolino di Londra all'incoronamento di Riccardo Cuor di Leone (1189) alla quale aveva assistito da ragazzo. Per festeggiare l'incoronamento il popolino di Londra aveva bruciato vivi ebrei, a mo' di fuoco d'artificio. Riccardo Cuor di Leone, gran soldato, aveva vinto nella terza crociata molte battaglie contro Saladino. In una di queste vittorie aveva fatto prigionieri alcune migliaie di arabi e contava che Saladino li ricuperasse mediante una buona taglia. Ma Saladino non era d'accordo. Allora Riccardo Cuor di Leone li ha semplicemente ammazzati, per non dover nutrirli. Nel '800 la parola e' stata ripresa in un so piu' quale contesto. E' poi e' stata ripresa nella seconda meta' del secolo scorso per dare un nome ai prodigi nazisti.