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Le disgustose tesi di D'Orsi 27/01/2011

Egregio  signor D'Orsi,

già dieci anni fa lei scrisse sul settimanale "Avvenimenti" un inverecondo commento sulle "vittime della Shoah divenute carnefici dei palestinesi".

Secondo la sua idea immonda,  sei milioni di esseri umani cremati, o altrimenti distrutti nei campi di concentramento, si erano ridestati dalla cenere e dalle fosse, avevano indossato la divisa naziisraeliana - definizione coniata dalla gente come lei, ignorante della storia, oltre che antisemita - e insieme con i sopravvissuti si erano messi a perseguitare e a sterminare i poveri palestinesi, la cui causa è stata negli anni portata avanti nel mondo passando, per esempio, per Monaco:

 in quelle famose Olimpiadi dove l'eroe Abu Dawud, insieme ai suoi compagni di assassinio, rispose al saluto di pace degli atleti israeliani, che in pace e per la pace là erano andati, sequestrandone e uccidendone undici, dopo averli disumanamente torturati..

 

Fra loro vi era André Spitzer, che era sopravvissuto alla Shoah, si era sposato, era venuto a vivere in Israele, era padre da poco di una bimba, e aveva guidato il saluto di pace,  la mano tesa che gli atleti dello stato che lei odia avevano porto a tutti gli atleti arabi.

 

Quindi vede, signor D'Orsi, in che modo le vittime della Shoah,  quelle sopravvissute per miracolo,  siano divenute carnefici, e non siano invece  poi state assassinate, da quale mano, essa sì carnefice!

 

A ignobili e pericolose mistificazioni come la sua, degna dei più pervicaci e vili negazionisti- poiché comparare la Shoah alla situazione palestinese equivale a negarla con altri mezzi- ha risposto una volta per tutte lo scrittore e drammaturgo isareliano di estrema sinistra Yeoshua Sobol, nell'articolo che le invio, anche se dubito che  esso la potrà fare minimamente scolorire di vergogna.

 

Per quanto riguarda invece la sua disgustosa definizione di "colpa capitale"  dalla quale si vorrebbe assolvere lo stato d'Israele "intonandogli  il peana  "della memoria dell'Olocausto",  non possiamo che sentire risuonare nelle sue menzogne  l'eco violenta dello scritto dell'ex marxista Roger Garaudy, passato all'Islam senza peraltro bisogno di apportare alcuna variazione al suo antisemitismo di formazione, rafforzandolo semmai nella mistica del popolo palestinese e dei sionisti loro persecutori.

 

"I miti fondatori della politica israeliana" deve infatti essere un testo a lei ben caro.

 

Ed è in compagnia di siffatti squallidi personaggi che lei si può ritenere annoverato.

Qui, a Gerusalemme, in questo giorno, chi come me si sta dirigendo allo Yad VaShem, il memoriale dove sono incisi i nomi di coloro, a milioni, che lei continua impunemente a offendere, oltraggiare e cercare di cancellare ancora una volta, si troverà in compagnia anche di ragazzi  arabi palestinesi che hanno cominciato a dire basta:

basta non solo alle menzogne e al negazionismo dei satrapi  e dei dittatori che dominano la loro vita a Ramallah e a Gaza (città peraltro divenuta Judenrein, ripulita da ebrei; le dice niente questo termine?) ma anche a quello di gente come lei, signor Orsi;

che, in fondo, fa pena, priva com'è di ogni menoma fortuna di incarnare esseri umani integri, leali, perbene.

 

Shalem, si dice in ebraico, dalla stessa radice della parola shalom; che significa pace, ma anche integrità, sentiero di verità senza il quale non può raggiungersi alcuna giustizia.

 

Di conquistare quella scintilla di coscienza che il filosofo Adorno suggeriva di continuare a intravedere persino nel più radicale dei criminali, non le rivolgo il consiglio, in questo giorno in cui le sue inique parole sporcano e fanno sanguinare ancora il cuore dei pochi sopravvissuti alla Shoah in grado di testimoniare;  il cuore dei loro figli e delle loro figlie:

come la figlia di André Spitzer, dell'uomo della vera pace, che sopravvisse alla caccia e allo stermino nazista della sua famiglia, del suo popolo;

che venne con la sua giovane sposa in terra d'Israele, nella terra a cui lei propina l'orribile, inveterata accusa antisemita di "colpa capitale";

che andò a Monaco, nella città del caporale austriaco divenuto cancelliere, e fu sequestrato, torturato e ucciso dai soli veri eredi di Hitler in questa storia.

André Spitzer, che ancora oggi non può riposare in pace a causa dell'orrida voce di gente come lei, e alla cui memoria tutti noi invece, oggi intoniamo il canto della sua bellezza di uomo, distrutta da una banda di carnefici che lei ovviamente ritiene eroi.

Di conquistare quella scintilla di coscienza, quel frammento di "minima moralia"  dunque non le suggerisco.

Ma di cominciare a sillabare un minimo di paginetta di storia, per smetterla almeno di disgustarci con la sua ignoranza, oltre che con il suo antisemitismo, questo sì, posso consigliarglielo.

Leah Rosenholtz, Israele

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Gentile Redazione,

Vi allego il testo di una mia mail inviata al Manifesto.
Distitni saluti
Daniele Coppin

Quanto scrive Angelo D'Orsi, merita solo disprezzo e condanna.
365 GIORNI DI VERGOGNA A VOI E A D'ORSI.

Daniele Coppin

 


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