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La Repubblica Rassegna Stampa
26.01.2011 Esther Béjarano, sopravvissuta, racconta Auschwitz cantando rap
cronaca di Clara Caroli

Testata: La Repubblica
Data: 26 gennaio 2011
Pagina: 59
Autore: Clara Caroli
Titolo: «Esther, 86 anni, sopravvissuta: Con il rap racconto Auschwitz»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 26/01/2011, a pag. 59, l'articolo di Clara Caroli dal titolo " Esther, 86 anni, sopravvissuta: Con il rap racconto Auschwitz".


Esther Béjarano

TORINO - Il rap della Shoah parla molte lingue. Il tedesco e l´yiddish, il greco, il turco, persino il napoletano. Dall´orchestra femminile di Auschwitz al gruppo hip hop Microphone Mafia, che ieri ha suonato al Conservatorio di Torino: ha dell´incredibile la storia di Esther Béjarano, ottantaseienne musicista ebrea scampata all´Olocausto, ospite del Goethe Institut per celebrare il Giorno della Memoria, che ha scelto il linguaggio dei giovani per dire che «non bisogna dimenticare». Deportata nel campo di sterminio nazista a 19 anni, incapace di sostenere la fatica dei lavori forzati, chiese di entrare nell´orchestra del lager. «Con mio grande spavento dovetti suonare la fisarmonica, che non avevo mai provato - scrive nel libro di memorie "Mi chiamavano Briciolina", pubblicato dalla Città di Amburgo - Il pianoforte lo sapevo suonare, ma ad Auschwitz non c´era un pianoforte». Fu presa. Cosa guidò le sue dita sulla tastiera di uno strumento mai provato prima lo racconta con la stessa determinazione di allora: «Fu il desiderio di sopravvivere. Nel campo di prigionia ciò che mi ripetevo ogni giorno era solo questo: devi vivere. Altre compagne non ebbero la stessa forza, molte si abbandonarono alla morte o si suicidarono lanciandosi contro i recinti elettrificati. Non fu facile suonare nell´orchestra, per le SS, in mezzo all´orrore. Fu una prova psicologica molto dura. Ma la musica era il solo modo che avevo per sopravvivere».
Sull´esperienza della deportazione ha mantenuto un lungo silenzio. Un segreto impossibile da rivelare anche ai suoi familiari. «Finché - racconta - un giorno ad Amburgo vidi un banchetto di militanti neonazisti. Fu la molla che mi spinse a raccontare. Perché i giovani sapessero, per fermare la propaganda dell´orrore». Inizia così l´impegno trentennale di Esther Béjarano: «Cominciai a proporre in manifestazioni pubbliche canti yiddish e canzoni della resistenza per la maggior parte nati nei lager e nei ghetti». Prima con i Coincidence, gruppo creato con i figli Edna e Joram, e ora con i Microphone Mafia, di cui fanno parte anche i rapper Kutlu Yurtseven, Rosario Pennino e Older Bardakci, mantiene viva la memoria. Nella scaletta brani di speranza come "Shalom", inno del movimento pacifista di Israele, "Faggeta innevata" dai versi del poeta turco Nazim Hikmet, ma anche la canzone garibaldina "Avanti popolo" e l´omaggio alla Resistenza italiana "Bella ciao". Il tutto riletto in chiave hip hop davanti a un pubblico commosso ed entusiasta. Repliche stasera al Teatro Vittoria e sabato ad Alessandria.

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