La prima è Rachel, 17 anni. Guardo tutti i loro volti e leggo i loro nomi: sono 123 i ragazzi e i bambini uccisi barbaramente dall’odio nell’arco di quasi cinque anni, dal 2000 al 2005.
Li guardo reprimendo il dolore e la rabbia ( Erano bellissimi, non avevano nessuna colpa ma, per loro, la vita si è conclusa a 14, 12, 10, 8 anni), il senso di colpa (Dove ero allora, cosa avrei potuto fare per loro? ), lo smarrimento (A cosa è servita questa inutile barbarie?).
Possano riposare in pace. A noi rimangono dolore e rabbia.
Ma guardando i più piccoli, 1, 2 anni,-so bene che non serve assolutamente a nulla- ho pianto.
Maria Carmela