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Ugo Volli
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Gaza, le stragi e il silenzio dei media 24/01/2011

Gaza, le stragi e il silenzio dei media



Cari amici,

vi è mai successo di cercare sui giornali una notizia che conoscete, una notizia importante, e non trovarla? A me è successo stamattina, magari per colpa mia e me ne scuso. Ho trovato solo un accenno sulla "Stampa", una breve e nulla più. Ma la notizia non c'è davvero e allora vale la pena di rifletterci.

Prima la notizia. "Secondo il ministro degli Interni egiziano, Habib Al Adli, sarebbe un gruppo estremista islamico il responsabile dell’attentato della sera di capodanno nei confronti di una chiesa di cristiani copti che fece più di venti vittime e decine di feriti. Si chiamerebbe «Esercito dell’islam», e sarebbe una delle organizzazioni emergenti tra le più decise a rovesciare il regime di Mubarak. Rilevante il fatto che l’«Esercito dell’islam» è un’organizzazione animata principalmente da militanti vicini ad al Qaeda di origine palestinese. Secondo il ministro egiziano, la rapida inchiesta «ha confermato il coinvolgimento del gruppo nella pianificazione dell'attentato». Immediata la smentita del portavoce dell’Esercito, si aspetta anche una presa di posizione di Hamas, da sempre considerata vicina al gruppo in queste ore sotto accusa."

Questo è un lancio dell'agenzia Adnkronos di ieri (riportato da un blog   http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/2011/01/23/egitto_ministro_militanti_di_g.html), che attribuisce la notizia a un giornale americano molto autorevole come il "Washington Post", che in effetti la riporta sul suo sito, attribuendola a sua volta all'Associated Press. (http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2011/01/23/AR2011012300986.html). Il che significa che la notizia è girata almeno su un paio di circuiti importanti. La notizia è presente anche sul sito del Jerusalem Post (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=204854), il quale precisa che un paio di terroristi del gruppo furono uccisi in passato in scontri con l'esercito israeliano. Sembrerebbe inoltre che si tratti proprio dei rapitori di Gilad Shalit, quelli che poi lo cedettero al controllo di Hamas (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/141884)

Naturalmente nessuno può sapere se la notizia sia vera o sia un tentativo del traballante regime egiziano di ribaltare all'estero le responsabilità di un attentato che ha molto colpito il mondo occidentale e creato gravi ripercussioni nel paese. Ma nessuno può nemmeno essere sicuro del contrario, visto che si tratta di una dichiarazione ufficiale del ministro competente egiziano, non delle voci di qualche fanatico. E la notizia è senza dubbio significativa. Che siano stati dei terroristi legati a Hamas, ancorché dissidenti e ispirati ad Al-Queida ad attaccare i cristiani in Egitto, sposta forse un po' le valutazioni sull'opportunità di aprire indiscriminatamente i confini di Gaza, come vorrebbe l'Europa, anche dopo l'assalto che il ministro degli esteri francese Michelle Alliot-Marie (http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/peace_reporter/2011/01_gennaio/21/gaza_assaltata_l_auto_del_ministro_degli_esteri_francese_alliot-marie,27963575.html).

(Fra parentesi, anche questo è un caso da sottolineare. Gilad Shalit è un cittadino francese, oltre che israeliano, è stato rapito in territorio israeliano, come vi dicevo forse proprio dagli assassini dei Copti, ed è tenuto sotto sequestro da quattro anni in isolamento assoluto, senza alcuna possibilità di verificare la sua salute, di visitarlo, di comunicare con lui: molto peggio di qualunque incarcerato o prigioniero di guerra. Arriva in zona un ministro francese, visita doverosamente i genitori che lamentano il crimine di cui egli è vittima; si dice che il ministro condivida; ma solo "per errore", come si precisa dopo l'assalto; la condanna di questo crimine, dicono le fonti francesi, era stata del padre, non del ministro, che si era limitato ad ascoltare: che dignità, eh, che senso dello stato e dei diritti!)

Comunque, se la notizia è vera, i palestinesi di Gaza non si limitano a rapire cittadini israeliani nel territorio internazionalmente riconosciuto del loro stato (non nei territori, tanto per intenderci), ad organizzare attentati con razzi e bombe, ad assaltare ministri, eccetera; ma mandano anche commando all'estero ad ammazzare i cristiani. Poverini, bisogna capirli, sono repressi, non riescono più a far saltare per aria gli ebrei negli autobus e nei supermercati. Ma comunque non è cosa da poco

Torniamo dunque al fatto che la notizia sembra mancare dai giornali italiani o almeno da molti di loro (solo una breve sulla Stampa): sarà che obbediscono al ruvido avviso che l'università Al Azhar ha fatto qualche giorno fa al papa di farsi i fatti suoi e non occuparsi delle stragi di cristiani in Egitto? O sarà che i palestinesi sono buoni e quindi devono solo essere vittime della cattiveria israeliana, che i cristiani devono essere perseguitati solo per colpa di Israele (che invece non ha mai torto loro un capello) e che dunque non vi deve essere colpa palestinese in questa storia... O forse imbarazza che i rapitori di Shalit e gli assassini di cristiani siano gli stessi... Fatto sta che questa notizia non fa piacere alla stampa italiana e non deve girare. Alla faccia della libertà e dell'informazione.

Ugo Volli


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