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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.01.2011 Niente celebrazioni per l'antisemita Céline
La cronaca di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 gennaio 2011
Pagina: 53
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Parigi fa marcia indietro: niente celebrazioni per l'antisemita Céline»

A dire il vero, Céline non è stato soltanto un antisemita, ce ne sono stati tanti e tanti ce ne sono, Céline fu l'autore di quel famigerato " Bagatelle per un massacro", nel quale si augurava lo sterminio degli ebrei. Fu un cantore del nazismo nella Francia di Vichy, ed essendo uno scrittore di chiara fama, ebbe una enorme responsabilità nella diffusione dell'odio contro gli ebrei.
Folle l'idea di celebrarlo. E' la prima volta che troviamo giusto mandare al macero un libro che si proponeva di tesserne gli elogi.
Ecco la cronaca di Stefano Montefiori, dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/01/2011, a pag. 53, con il titolo "Parigi fa marcia indietro: niente celebrazioni per l'antisemita Céline".

Louis-Ferdinand Céline

PARIGI— «Dopo una matura riflessione e non in preda all’emozione, ho deciso di non far figurare Céline fra le celebrazioni nazionali» . Con queste parole il ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, ha effettuato ieri pomeriggio una clamorosa marcia indietro, accogliendo le proteste del cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld e mandando al macero il volume di 300 pagine — delle quali due dedicate a Céline — che lui stesso aveva firmato e che proprio ieri avrebbe dovuto presentare. Due giorni fa Klarsfeld, a nome dell’ «Associazione dei figli dei deportati ebrei di Francia» , aveva chiesto il ritiro dell’edizione 2011 del «Recueil des Célébrations nationales » , il volume degli Archivi nazionali che da 25 anni raccoglie gli anniversari da onorare nei mesi successivi. Accanto ai profili e all’elenco degli eventi in omaggio a Luigi XIV, Georges Pompidou, Marie Curie, Blaise Cendrars, Michel Foucault e Franz Liszt (tra gli altri), c’era anche il cinquantenario della morte di Céline. Un nome trattato in maniera problematica, naturalmente, distinguendo il grandissimo romanziere dall’uomo che scrisse orrendi pamphlet antisemiti come Bagatelle per un massacro e che durante la Seconda guerra mondiale cercò rifugio nella Germania nazista. «Siamo ormai in grado di riconoscere l’arte anche quando non coincide con i nostri valori morali, o li contraddice» , scrive il professore emerito della Sorbona, Henri Godard, che ha curato le pagine dedicate a Céline. Ma non per tutti è così. La presa di posizione dell’autorevole Klarsfeld — fu lui a trascinare in tribunale il «macellaio di Lione» Klaus Barbie — ha avuto la meglio su quanti sostengono che Céline sia con Proust il più grande romanziere francese del XX secolo, e che come tale vada trattato. «Si può amare Céline senza essere antisemiti, come si può leggere Proust senza essere omosessuali» , si era difeso due anni fa il presidente Nicolas Sarkozy, quando ricevette in regalo per il suo cinquantatreesimo compleanno un autografo originale di Céline, il suo scrittore preferito (assieme ad Albert Cohen). Un conto è apprezzare un libro, un conto è rendere un omaggio all’autore. E su questa differenza ha puntato Klarsfeld. «Provo un grande sollievo— ha commentato in serata —. Mi complimento con Frédéric Mitterrand per avere avuto il coraggio di prendere le distanze da chi, nel suo ministero, aveva inserito Céline nel volume delle celebrazioni» . In realtà Mitterrand era del tutto consapevole della scelta, tanto da avere firmato personalmente la prefazione del «Recueil» . Per questo il suo dietrofront è imbarazzante. Un pasticcio politico-culturale, che ha raccolto immediatamente reazioni negative. «Quale credito potremo ancora dare a qualsiasi decisione del ministro della Cultura, vista la leggerezza con la quale ha in un primo tempo firmato la prefazione del volume sulle celebrazioni per poi rinnegare tutto? — si chiede l’influente critico di Le Monde, Pierre Assouline —. L’ex professore di storia Mitterrand ha scoperto di colpo che Céline era antisemita? Un voltafaccia indegno, ingiustificabile» . «La letteratura non si censura — dice lo scrittore e saggista Philippe Sollers —, questo caso è assurdo, insensato» . Ma un antisemita può venire letto, non celebrato.

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