Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/01/2011, a pag. 21, l'articolo di Danilo Taino dal titolo " Missione trasparenza per gli 007 tedeschi. Caccia alle spie di Hitler negli archivi ".

Adolf Eichmann durante il suo processo in Israele
È l’ora dei servizi segreti, in Germania: per il Bnd (l’intelligence interna) è arrivato il momento di aprire gli archivi. Obiettivo delicato: portare alla luce il «continuismo» che c’è stato tra il regime nazista e la democrazia post bellica. La certezza sta nel fatto che centinaia di militari, SS, membri della Gestapo — compresi criminali di guerra — dopo il 1945 sono entrati non nelle aule dei tribunali ma dalla porta principale del servizio di informazioni della Repubblica federale. È l’operazione trasparenza che la Germania porta avanti, anche con sofferenza, da anni: probabilmente il Paese al mondo che più vuole fare i conti con il proprio passato. Il Bnd ha deciso di formare una commissione di storici indipendenti e di dare loro (quasi) carta bianca e accesso ai documenti dell’organizzazione per fare chiarezza una volta per tutte su una delle più importanti code che il nazismo ebbe dopo essere crollato. Nei prossimi quattro anni, la commissione dovrà entrare negli archivi del Servizio e trovare tutto quello che c’è. Unico limite, quello che imporrà il governo nel caso questi documenti possano arrecare danno a vite umane o minacciare l’interesse nazionale. Ci si aspetta che gli storici trovino informazioni sorprendenti: il Bnd, con la benedizione e spesso la spinta degli americani, nell’immediato dopoguerra utilizzò ex nazisti che erano stati in posizioni importanti per costruire reti di informatori, soprattutto nei Paesi dell’Est che stavano cadendo sotto l’influenza sovietica. Chi mise in piedi il Servizio e lo guidò fino alla fine degli anni Sessanta fu per esempio il generale Reinhard Gehlen, durante la guerra capo dell’intelligence hitleriana sul fronte Est. Nel 1946, rilasciato dalla prigionia su volere di Washington, creò l’Organizzazione per lo sviluppo industriale del Sud della Germania, in realtà una rete spionistica che nel 1956 fu assegnata alla Repubblica federale — cancelliere Konrad Adenauer — e costituì il nucleo del Bnd. Nel frattempo aveva infiltrato migliaia di agenti anti comunisti all’Est e, in parallelo, aveva aiutato molti ex nazisti a fuggire in Sud America, probabilmente collaborando anche alla famosa Operazione Odessa. Secondo informazioni giornalistiche dei giorni scorsi, in quegli anni la copertura data dai Servizi tedeschi ad alcuni gerarchi di Hitler fu più che cospicua. Si è per esempio appena saputo che il nascondiglio argentino di Adolf Eichmann, uno degli architetti della Soluzione Finale contro gli ebrei, era conosciuto dal Bnd otto anni prima che il criminale fosse individuato, nel 1960, dagli israeliani e rapito. E che Klaus Barbie, noto come il Macellaio di Lione (dove era capo delle SS) dalla Bolivia lavorò come agente anti comunista al servizio del Bnd dal 1951 al 1966. Già alla fine degli anni Sessanta, si era saputo che almeno 200 ex capi nazisti erano stati reclutati dai Servizi segreti della Repubblica federale. Si pensa però che potrebbero essere stati molti di più. Soprattutto, gli storici dovranno trovare numeri, nomi e circostanze nelle quali hanno operato. L’imbarazzo, alla fine, potrà essere forte, probabilmente anche per Washington e per la Cia che del Bnd fu protettrice e partner. Il fatto è che la Germania, ormai, ha imboccato la strada della trasparenza sul suo passato, anche quello più recente, e difficilmente tornerà indietro. Il ministero degli Esteri, per esempio, ha appena scoperto di essere stato molto più compromesso con il nazismo di quanto abbia sempre voluto fare credere. Ben pochi Paesi sono su questa strada.
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