Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/01/2011, a pag. 53, l'articolo di Stefano Montefiori dal titolo " Céline divide a cinquanta anni dalla morte. Per gli ebrei non è un anniversario da celebrare ".

Ferdinand Céline
PARIGI — Céline il maledetto, l’antisemita, Céline l’autore di Viaggio al termine della notte ma anche, purtroppo, di Bagatelle per un massacro non può essere celebrato dalla Repubblica francese: le colpe dell’uomo sono più importanti dei meriti dello scrittore. Lo sostiene il cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld, che a nome della sua «Associazione dei figli dei deportati ebrei di Francia» chiede solennemente al ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, di ritirare il nome di Céline dall’elenco delle personalità da onorare nel 2011, cinquantenario della sua morte. A distanza di mezzo secolo il fantasma di Louis-Ferdinand Auguste Destouches continua ad agitare la Francia, perché mai come in Céline la grandezza artistica convive con parole e azioni spaventose: l’odio per gli ebrei, l’assoluta e proclamata convinzione che le guerre mondiali dipendessero dalla loro avidità, l’auspicio di un’alleanza della Francia con Hitler, fino al rifugio nella Germania nazista e poi in Danimarca. Finita la guerra Céline venne amnistiato in qualità di reduce decorato del 1914-1918 e ottenne il permesso di rientrare in patria, senza conquistarne però il perdono. Oggi, ilministroMitterrand presenterà l’edizione 2011 del «Recueil des Célébrations nationales» , il volume degli Archivi nazionali che da 25 anni raccoglie gli anniversari da onorare nei mesi successivi. Accanto ai profili e all’elenco degli eventi in omaggio a Luigi XIV, Marie Curie, Blaise Cendrars, Michel Foucault e Franz Liszt (tra gli altri), ecco le difficili pagine dedicate a Céline. Il curatore è consapevole che i valori della Repubblica sono in gioco, e infatti il testo comincia con queste parole: «Dobbiamo, possiamo celebrare Céline? — si chiede Henri Godard, professore emerito della Sorbona —. Le obiezioni sono troppo evidenti. È stato uomo di un antisemitismo virulento. Ma è anche autore di un’opera letteraria che con quella di Proust domina il romanzo francese della prima metà del XX secolo» . Per concludere: «Siamo ormai in grado di riconoscere l’arte anche quando non coincide con i nostri valori morali, o li contraddice. Commemorando Céline, ci inscriviamo nella linea di questo riconoscimento, che è una delle conquiste del XX secolo» . Un conquista sulla quale non c’è affatto unanimità. Serge Klarsfeld, 75 anni, chiede infatti il ritiro immediato del volume e la soppressione delle pagine dedicate a Céline: «Bisogna attendere secoli, e non solo cinquant’anni, perché si possano commemorare allo stesso tempo le vittime e i loro carnefici» . Il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë si dichiara d’accordo: «Ancora una volta Klarsfeld ha ragione. Céline fu un grande scrittore, e un farabutto. Non c’è altro da dire» . La questione è culturale, storica, ma inevitabilmente anche politica. Assieme ad Albert Cohen, Céline è lo scrittore preferito di Nicolas Sarkozy: nel 2008, per il suo 53 ° compleanno, i collaboratori regalarono al presidente un suo autografo originale. «Si può amare Céline senza essere antisemiti, come si può leggere Proust senza essere omosessuali» , si difese Sarkozy. Anni indietro, prima ancora che la coppia presidenziale si conoscesse, Carla Bruni era andata a rendere visita a Lucette Destouches, la vedova, nella casa di Meudon dove Céline morì nel 1961. Ed è sulla comune passione per il Viaggio al termine della notte che è nata la frequentazione dei Sarkozy con Fabrice Luchini, uno dei migliori attori francesi contemporanei, più volte ospite all’Eliseo. La polemica è solo cominciata.
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