Egregia redazione di InformazioneCorretta.com.
pubblicando l'articolo di Ugo Volli sul mio personale profilo del social network di Facebook, l'articolo "Chi è più concretamente antisemita, chi minaccia di più la vita degli ebrei, i nazisti in rete o la Chiesa?"
un egregio fratello compatriota meridionalista, ha commentato la prima volta, affermando che c'erano delle inesattezze a riguardo la stesura del testo con delle forzature, ed io rispondendo al suo commento con la spiegazione di questo suo commento e dopo pochi minuti, mi risponde con queste testuali parole: - vedi che Gemelli è diventato gesuita... - che si lamenta una non "convocazione" degli Israeliani/israeliti...; cosa ovviamente negativa; a ma pur "normale" se si tiene conto che la Lega Araba non riconosce lo Stato di Israele... - si fa semplice e grave conclusione che la Chiesa sia il pericolo più grave e vero, rispetto ai rigurgiti razziati e antisemiti - si scordano le parole del Concilio, di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e si attribuisce, quindi un giocare falso della chiesa! -
Si scordano le parole ultime e definitive degli ultimi pontefici - Oggi i cristiani formano, su scala planetaria, la comunità più costantemente, violentemente e impunemente perseguita .(Bernard Henri Lévy)
Quanto la Chiesa fa per la libertà religiosa vale, serve, ritorna a tutti. La missione del Papa è la missione del mondo civilizzato . In questi termini il vicedirettore del «Wall Street Journal», Daniel Henninger, ha definito in un editoriale l' impegno di Benedetto XVI in difesa delle minoranze cristiane perseguitate da regimi assolutisti o nei Paesi islamici.
Ha poi invitato governi e organizzazioni secolari a unirsi alla lotta del Papa, riconoscendo che è una lotta per la libertà e la dignità umana.
Henninger ha sottolineato poi l' importanza «strategica» di una politica estera vaticana che non si accontenta dello status quo.
«E' stato strano, negli ultimi anni, vedere atei di rilievo fare tanti sforzi per sminuire il credo giudeo-cristiano, si legge nella conclusione“. Nel mondo moderno, e sicuramente negli Usa, la pratica religiosa è stata coniugata con il principio della libertà individuale. Ma non penso che la difesa secolare della libertà individuale di per sia abbastanza forte per sostenere gli attacchi che sta subendo.
La lotta di Benedetto e quella del recente vincitore del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo sono la stessa, e hanno tale forza». Non vorrei che qualcuno, a cui piace vedere come si menano le culture, le generazioni, i popoli, soffi sulle ceneri dei sospetti! Qual' è il commento della redazione InformazioneCorretta.com a queste sue parole, in modo che io possa tamponare e invitare costui alla riflessione di quanto c' è ancora da sapere? Ringrazio i fratelli della redazione per l'eventuale attenzione e della loro risposta, sarò ben lieto ed ansioso di riceverla in modo da poter incollare la vostra risposta alla discussione nata e restata in sospeso per approfondire ancor di più la vicenda.
Cordiali Saluti!
lettera firmata
risponde Ugo Volli:
Gentile lettore, l'ebraismo tutto, io personalmente, tutti i veri liberali e certamente anche Informazione Corretta sono solidali con i cristiani perseguitati nel mondo islamico.
Ma essere solidali non vuol dire delegare la politica nelle mani del Vaticano. Vuol dire indicare responsabilità e vie d'uscita. La responsabilità è dell'islamismo, che prima ha distrutto sanguinosamente i grandi insediamenti ebraici del medio Oriente (chi sa oggi che i rifugiati dal mondo arabo in Israele sono più dei rifugiati palestinesi)?
La via d'uscita non è un tentativo di appeasement con l'islamismo, come ampi settori cattolici e buona parte della politica europea oggi dimostrano di voler fare, ma la difesa ferma della libertà, in Occidente e anche nei paesi in cui essa è oppressa. Per quanto riguarda i rapporti fra la Chiesa e il mondo ebraico, esso sono difficili oggi, benché migliori di un tempo.
Giovanni Paolo II ha riconosciuto le responsabilità della Chiesa nelle persecuzioni subite dagli ebrei per secoli. Bisognerebbe ricordarsene prima di pretendere che il Vaticano e per lui Pio XII sia riconosciuto come un benefattore del popolo ebraico dalle "virtù eroiche".
Finalmente, una quindicina d'anni fa, buona ultima, la Santa Sede ha riconosciuto Israele de facto e de iure. Farebbe bene a ricordarlo a quei vescovi, patriarche, articolisti di "Civiltà Cattolica" che continuano a parlare della nascita di Israele come di un "peccato contro Dio", "un crimine contro l'umanità" e così via.
Quando il Vaticano mostrerà per Israele una reale accettazione - cosa che ancora non è - quando riconoscerà che Israele è il solo stato nell'immensa regione occupata dall'Islam fra il Marocco e il Pakistan in cui tutte le religioni convivono pacificamente e sono libere di condurre liberamente, allora non ci sarà ragione di discutere sulla sua politica e il passato sarà veramente sepolto
ugo volli