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Ugo Volli
Cartoline
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Non è come farsi vedere a passeggiare a Palermo con un qualche signor Riina? 19/01/2011

Non è come farsi vedere a passeggiare a Palermo con un qualche signor Riina?


Massimo D'Alema a braccetto con Hussein Haji Hassan

Cari amici,
mi rendo conto che in questo momento nel nostro paese si porta molto la pornografia, nel senso proprio del termine: pornòs prostituta, graphèin scrivere. Ma, che volete, io ho sempre trovato noiosa questa forma di scrittura, mentre in qualche momento della mia vita non mi dispiaceva leggere gialli. Dunque resto irragionevolmente attaccato all'idea che gli omicidi siano più gravi delle marchette. Sicché mi permetto di ricordarvi un vecchio episodio accaduto a tremila chilometri da qui, che ha a che fare con un bel giallo.

L'episodio è questo. Il 16 agosto 2006 Massimo D'Alema, allora ministro degli esteri della Repubblica Italiana si fece vedere e fotografare a passeggio per le vie di Beirut a passeggio sottobraccio con un certo signor Hussein Haji Hassan che di mestiere faceva il deputato libanese per conto di un gruppo politico detto Hezbollah, cioè partito di Dio – che Dio li perdoni per la blasemia. Di fronte alle critiche dei soliti estremisti che gli contestavano un eccesso di familiarità e l'ostentata simpatia per un movimento terrorista  e riconosciuto come dalle organizzazioni internazionali come Hezbollah  (http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/medio-oriente-15/dalema-hezbollah/dalema-hezbollah.html), D'Alema rispose con la solita cortese umiltà che erano tutte stupidaggini degli ignoranti che non capivano la grande politica, che lui aveva mostrato solo solidarietà al popolo libanese, che quello era un deputato. Infine si era degnato di spiegare che era un errore da sempliciotti trattare Hezbollah come un gruppo terrorista, dato che si trattava di una forza popolare (non usò la parola "resistenza", se ricordo bene, ma era chiaro che lo pensava – le sue opinioni del resto sono state autorevolmente ripetute dal premier turco Erdogan in persona (http://www.almanar.com.lb/newssite/NewsDetails.aspx?id=163746&language=en): amabile persona e fine politico anche lui, quasi pari per testa fina al nostro Massimo. La passeggiata evidentemente non era un atto idienico ma politico, segnalava la volontà dalemiana di sdoganare Hezbollah?

Dov'è il giallo? vi chiederete, qui siamo al massimo a "Orgoglio e pregiudizio". Eccolo. Poco meno di un anno e mezzo prima – esattamente il  14 febbraio 2005 – e a solo qualche chilometro di distanza dal luogo della passeggiata del nostro Massimo, veniva fatta saltare in aria da un'autobomba la macchina del primo ministro Rafik Hariri, che morì assieme ad altre 22 persone. Qualche giorno fa il tribunale delle Nazioni Unite ha chiesto l'incriminazione per quella strage del gruppo dirigente di Hezbollah, questo lo sapete. Ma forze non avete fatto caso alla sorte del  nostro Hussein Haji Hassan. E' stato promosso nel frattempo ministro dell'agricoltura, ruolo apparentemente marginale ma importante per un motivo tutt'altro che georgico: Hezbollah ha difficoltà a rifornirsi di esplosivi e quel ministero controlla i rifornimenti di fertilizzanti che possono facilmente essere trasformati in esplosivi da qualunque chimico dilettante (http://www.stratfor.com/memberships/178138/analysis/20101216-hezbollah-searches-alternative-explosive).

Bene, è stato proprio il pacifico e innocuo Hussein Haji Hassan ad annunciare l'uscita dei ministri di Hezbollah dal governo del figlio di Hariri, qualche giorno fa, provocando la crisi gravissima che vive oggi il Libano (http://www.thestar.com/news/world/article/920392--hezbollah-and-allies-resign-toppling-lebanon-government). Insomma, il compagno di passeggiate del nostro ex ministro degli esteri agisce coma una specie di capo-delegazione di Hezbollah al governo, ha un ruolo importante nel suo gruppo dirigente e difende con rabbiosa energia il suo gruppo dalle accuse (http://english.moqawama.org/essaydetails.php?eid=12941&cid=258). Possiamo immaginare che non c'entri col crimine?

Adesso torniamo all'onorevole D'Alema, cui esprimo tutta la mia solidarietà per le recenti polemiche sull'uso del cachemire (che ormai si vende alla Upim), le vacanza a Sankt Moritz e roba del genere: come ci si sente ad aver espresso amicizia e solidarietà a un gruppo che un tribunale dell'Onu considera autore di un omicidio (che non c'entra con la "resistenza" contro Israele, dato che Hariri era libanese, non "sionista")? Non è un po' come farsi vedere a passeggiare in Via Ruggero Settimo, a Palermo, con un qualche parente di Totò Riina?

Ugo Volli


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