copia di e-mail inviata a Paolo Mieli:
caro Mieli, torno a rivolgermi a lei come ai tempi della Stanza!
Immagino abbia ricevuto molti messaggi a seguito del suo intervento di ieri sul Corriere. Anch'io non resisto alla tentazione.
Da una parte la ringrazio perché tenere aperto il problema del dramma Shoah fa bene alla Memoria, contro l'indifferenza e l'oblio solo parlarne ci salva.
Però andare a scavare nel modo in cui fa il ricercatore C. Browning mi suscita perplessità. Chi fa davvero ricerca ha il diritto-dovere di cercare di sapere tutto, di non trascurare niente, di attribuire le colpe ai veri carnefici, di non assolvere nessuno... straordinario davvero in questo senso quel capolavoro che è il testo di Jan Gross che io rileggo una volta l'anno all'approssimarsi del mese di luglio.
Ciò che mi preoccupa è il lettore occasionale, quello che fa della Giornata della Memoria un contenitore da tirare fuori dal cassetto solo il 27 gennaio. Non vorrei che si facesse una omologazione del dramma e si finisse per dire che in fondo vittime e carnefici si sono mescolati e poi, anche questi ebrei non erano proprio stinchi di santo.... ecco, mi terrorizzano le conclusioni spicciole.
Quel Becker era un carnefice, e come tanti altri è sfuggito alla giustizia! Le scrivo soprattutto perchè solo a sentirlo nominare Radom mi sento un nodo alla gola. A Radom in tanti anni non ho ancora trovato un giusto aggancio; magari mi può aiutare proprio lei signor Mieli, io a Radom vorrei fare luce sul dramma accaduto il 21 marzo 1943 nel cimitero di Szydlowiec e poi vorrei sapere cosa ne sanno gli insegnanti di Radom oggi dei 14 bambini polacchi ebrei di cui 5 erano di Radom che finirono nelle mani del medico carnefice che li usò per i suoi insensati esperimenti sulla Tbc e poi.... mi risulta che a Radom non si racconti dei 20 bambini di Bullenhuser Damm.
L'anticipo del libro di C. Browning è la triste conferma, ahimè, di quanto sia vero che gli ebrei non sono stati mai rispettati e accettati veramente da nessuno, ma soprattutto quanto sia vero che a sterminarli ci si sono messi in tanti.
un caro saluto
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