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La Stampa Rassegna Stampa
13.01.2011 L'Iran contro l'Italia
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 13 gennaio 2011
Pagina: 19
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Dall’Iran razzi ai taleban per attaccare gli italiani»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/01/2011, a pag. 19, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Dall’Iran razzi ai taleban per attaccare gli italiani".


Maurizio Molinari        Ahmadinejad

Missili iraniani contro le truppe italiane in Afghanistan: è un documento militare americano reso pubblico da Wikileaks a svelare che nel 2007 le basi dei nostri soldati nella provincia di Farah sono state attaccate dai taleban con ordigni ricevuti da Teheran «per dimostrare il proprio attivismo alla Repubblica Islamica». Il documento in questione è datato 24 giugno 2009 e fa parte degli oltre 15 mila dispacci del Pentagono svelati da Wikileaks. Il tema trattato sono «i gruppi talebani che operano sotto direttive emanate dal governo iraniano» tramite «truppe dispiegate al confini con l’Afghanistan». Ciò che ne emerge è la descrizione di uno scenario militare che vede le truppe scelte iraniane gestire la guerriglia afghana al fine di destabilizzare l’area di Herat. In particolare si legge che «il gruppo talebano Gholam Yahya Akraby è in possesso di razzi iraniani e mine a pressione» al fine di lanciare attacchi nel distretto di Ghozadeh, a sud di Herat. «Il gruppo talebano ha ricevuto tutto l’equipaggiamento e i finanziamenti dall’Iran - recita il testo - e per dimostrare il proprio attivismo alla Repubblica islamica talvolta spara razzi e granate su Camp Arena e altri obiettivi» ovvero verso alcune delle basi del contingente italiano. A ciò bisogna aggiungere che nel luglio 2009 «kamikaze arrivati da Iran e Pakistan» sono stati «coordinati da figure di primo piano dell’Intelligence iraniana» al fine di compiere attentati ad Herat. In un altro documento, risalente all’agosto 2009, si spiega che il gruppo talebano «ha ricevuto sostegno finanziario da un alto ufficiale dell’Intelligence iraniana e progetta attacchi contro la città e l’aeroporto di Herat all’indomani delle elezioni».

A conferma della costanza del sostegno di Teheran alle attività contro il contingente alleato, un documento del settembre seguente parla di «sei mine anticarro molto potenti» che i taleban hanno ricevuto «dall’Iran». Nel periodo a cui tali documenti fanno riferimenti avvennero almeno due attacchi con razzi contro i militari italiani di Camp Arena mentre le mine si rivelarono una delle maggiori minacce per la coalizione, potendo essere attivate da 2 km di distanza. Sempre agli ordini impartiti da Teheran, i documenti attribuiscono «l’intensificazione degli attacchi alle scuole» perché «gli iraniani hanno chiesto di bruciarle» al fine di indebolire il legame fra popolazione civile e forze alleate.

Le rivelazioni di Wikileaks descrivono una situazione nell’area di Herat segnata dal coinvolgimento di forze iraniane, come dimostra l’arresto avvenuto domenica di un comandante taleban «leader del distretto di Bakwah» considerato dall’Isaf legato alla Forza Al Quds dei Guardiani della rivoluzione. L’Intelligence americana ritiene che la Forza Al Quds abbia ha affidato la gestione dei legami con i taleban ai Corpi Ansar che operano dalla città di Mashad. Il 6 agosto scorso il generale Hossein Musavi, comandante dei Corpi Ansar è stato inserito nella lista dei «terroristi globali» redatta dal ministero del Tesoro Usa anche a causa della possibilità da lui accordata a gruppi jihadisti di adoperare le città orientali iraniane di Tayyebat e Zahedan come punti di accesso al teatro di operazioni afghano.

Lo scorso 30 maggio fu l’allora comandante delle truppe Usa, Stanly McChrystal, ad accusare Teheran di «addestrare ed armare i taleban in Afghanistan». E il generale David Petraeus, che ha sostituito McChrystal, ha consegnato alla commissione Forze Armate del Senato un rapporto nel quale si afferma che «Al Qaeda continua ad adoperare l’Iran come un hub da dove contattare cellule presenti della regione» e «sebbene l’Iran periodicamente arresti i componenti di Al Qaeda la politica di Teheran in proposito resta imprevedibile». Proprio a tali oscillazioni dell’Iran viene attribuita - da esperti militari americani - la recente decisione di porre fine agli arresti domiciliari di alcuni leader di Al Qaeda come Saif al Adel, comandante militare, Saad bin Laden, figlio di Osama, e Sulaiman Abu Ghait, già portavoce dell’organizzazione terroristica dopo gli attacchi dell’11 settembre.

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