Riportiamo dal sito internet di REPUBBLICA l'articolo di Federica Angeli e Gabriele Isman dal titolo " Capitali trasferiti in Svizzera. Ecco i settecento maxi evasori ". Lo stesso articolo è stato pubblicato anche nell'edizione cartacea nella sezione romana.
Ezio Mauro, direttore di Repubblica
Incredibile la sottolista evidenziata dai due giornalisti, quella " le famiglie con cognome di origine ebraica ", come se quella fosse una categoria di rilievo, come se volesse dire qualcosa che fra gli evasori ci siano pure degli ebrei.
L'unica cosa che dimostra questa distinzione è l'antisemitismo radicato delle persone che l'hanno fatta. Come scrivere che naturalmente non potevano mancare fra gli evasori degli ebrei, così attaccati ai soldi, si sa. Per caso Gabriele Isman e Federica Angeli hanno controllato che avessero i riccioli, il nasone e gli occhiali, come si conviene agli ebrei?
E il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, che cosa ne pensa?
Invitiamo i lettore di IC a scrivergli, per chiedergli se condvide l'articolo e, nel caso di risposta negativa, a che cosa serva un direttore responsabile di un quotidiano se non controlla quanto viene pubblicato.
Ecco il pezzo:
Compaiono 700 nomi e un centinaio di società romane tra i 5.645 grandi evasori finiti nella lista Falciani. Un tesoro da cinque miliardi e mezzo di euro trasferiti complessivamente in Svizzera, in una filiale della Hscp di Ginevra. Tanti i personaggi e le società dell´alta borghesia capitolina coinvolti: da stilisti a gioiellieri, da professori di fama internazionale a mogli di imprenditori ultra noti. Tra questi anche Cesare Pambianchi. A inciampare nella nuova indagine che nasce dalla lista sottratta da Hervè Falciani, impiegato di banca ed esperto di informatica, è il presidente della Confcommercio Roma, già accusato nel settembre scorso di aver trasferito all´estero società in stato "comatoso", riuscendo a evitare di essere accusato di bancarotta fraudolenta. Pambianchi era finito in quella vicenda in quanto consulente della Conad del Tirreno e aveva assicurato di poter «certamente dimostrare la mia assoluta estraneità».
La guardia di finanza e i pm di Torino, alla quale la Francia ha consegnato la scorsa primavera il dossier e che ha in mano l´indagine, hanno trasmesso i nominativi, per competenza, alle varie procure. A quella di Roma ne sono così arrivati settecento, tutti iscritti nel registro degli indagati per omessa o incompleta denuncia dei redditi.
Tra i nomi emersi, la Gianni Bulgari srl e la Bulgari International della famiglia di orefici con uno dei loro negozi in via Condotti, gli stilisti Valentino Garavani, Renato Balestra e Sandro Ferrone e la principessa Camilla Crociani, moglie di Carlo di Borbone. Nell´elenco figurano anche Mario Salabè, architetto coinvolto con il fratello Adolfo nello scandalo fondi neri del Sisde negli anni Novanta, il regista Sergio Leone (morto nel 1989), il gioielliere Hausmann. Tra le famiglie con cognome di origine ebraica: Paserman, Eleonora Sermoneta e Gianfranco Graziadei. E ancora: Stefania Vento, Gabriella e Giorgio Greco, e Michele Della Valle, classe 1946. Altri nomi, a partire da Hassan cui fa riferimento il gruppo che rivende calzature, Carmelo, Giacomo, Nicola La Rosa, il professore universitario Fabrizio D´Ovidio Lefebvre; Marina Valdoni; Graziella e Tommaso Fontana, classi 1931 e 1935; Andrea Rosati, Alberto Pagani, Adriano Biagiotti, Piero Dall´Oglio e la moglie dell´imprenditore Flavio Briatore Elisabetta Gregoraci e, per restare nel mondo dello spettacolo, Stefania e Amanda Sandrelli. E ancora Edda e Giuseppe Lancetti, dell´omonima maison, con il secondo morto nel 2007 a 78 anni. A chiudere l´elenco dei nomi, Giordana Zarfati ed Eliane Rostagni.
Per inviare la propria opinione Repubblica, cliccare sull'e-mail sottostante