Nucleare iraniano: Meir Dagan e Bibi Netanyahu in disaccordo sull'anno del non ritorno 2011 o 2015, non importa. Va bloccato in tempo
Testata: Il Foglio Data: 12 gennaio 2011 Pagina: 1 Autore: La Redazione del Foglio Titolo: «C’è una guerra di stime sul conto alla rovescia per l’atomica iraniana»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 12/01/2011, in prima pagina, l'articolo dal titolo "C’è una guerra di stime sul conto alla rovescia per l’atomica iraniana".
Bibi Netanyahu, Meir Dagan
Roma. Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) saranno in Iran nel fine settimana per una nuova ispezione sugli impianti degli ayatollah. E’ la prima visita dopo le parole di Meir Dagan, l’ex numero uno dei servizi segreti israeliani, che ha rimandato al 2015 la nascita della prima bomba iraniana. Il suo parere è condiviso dal segretario di stato americano, Hillary Clinton: “La campagna di sanzioni funziona – ha detto lunedì – il programma atomico è stato rallentato e questo significa che abbiamo tempo, ma non troppo tempo”. Nessun ufficiale americano si è mai lasciato andare così tanto. Le notizie e le indiscrezioni in arrivo da Teheran dicono che il ritardo è legato alla guerra segreta dell’intelligence, più che al lavoro della diplomazia. Nel 2010 le centrali iraniane sono state colpite da un virus informatico, Stuxnet, che ha fermato mille centrifughe per arricchire l’uranio. “Sono riusciti a crearci problemi con un software installato nei nostri computer”, ammette il presidente della Repubblica, Mahmoud Ahmadinejad. Ma l’Iran ha dovuto affrontare anche un altro problema: il tasso elevato di mortalità fra gli esperti impegnati nel suo programma nucleare. Masoud Ali Mohammadi, un professore di fisica dell’Università di Teheran, è stato assassinato proprio un anno fa. Il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast, ha attribuito ieri la responsabilità dell’omicidio al Mossad e ha annunciato l’arresto di dieci persone che farebbero parte di una rete spionistica. “Faremo di tutto per ottenere la condanna di Israele per crimini contro l’umanità”, ha detto. Le previsioni di Clinton potrebbero essere confermate dal National intelligence estimate (Nie), il rapporto più completo dei servizi segreti americani. Ma quando si tratta di Iran, persino il Nie mostra di avere delle pecche: nel 2007 disse che il regime aveva interrotto gli esperimenti, ma fu smentito poche settimane più tardi da un rapporto dell’Aiea. Lo scorso aprile, alcuni generali dell’esercito hanno fatto sapere che l’Iran può produrre materiale atomico per le proprie armi “nel giro di un anno”. L’Aiea resta in guardia e il premier israeliano, Bibi Netanyahu, ha detto ieri che “soltanto un’opzione militare credibile” convince l’Iran a rallentare la marcia verso la bomba. L’ottimismo dell’occidente può essere un aiuto per gli ayatollah.
Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante