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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.01.2011 Iran: incarcerata l' avvocato di Shirin Ebadi
cronaca di Viviana Mazza, commento di Paolo Lepri

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 gennaio 2011
Pagina: 22
Autore: Viviana Mazza - Paolo Lepri
Titolo: «Iran, 11 anni di carcere alla legale di Ebadi - Dopo Sakineh è la volta di Nasrin. I tragici sberleffi di Ahmadinejad»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/01/2011, a pag. 22, l'articolo di Vviana Mazza dal titolo " Iran, 11 anni di carcere alla legale di Ebadi ", a pag. 48, il commento di Paolo Lepri dal titolo "Dopo Sakineh è la volta di Nasrin. I tragici sberleffi di Ahmadinejad".
Ecco i pezzi:

Viviana Mazza : " Iran, 11 anni di carcere alla legale di Ebadi "


Nasrin Sotoudeh

Nasrin Sotoudeh è una dei pochi avvocati rimasti a difendere i diritti umani in Iran. Ha rappresentato minorenni nel braccio della morte, attivisti studenteschi, curdi, del movimento operaio, donne della campagna «Un milione di firme» attive contro la discriminazione delle leggi iraniane, detenuti di religione bahai, prigionieri politici, e anche personaggi noti come il premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi. Dopo aver passato gli ultimi quattro mesi in cella a Teheran — con lunghi periodi in isolamento — Nasrin Sotoudeh è stata condannata ieri a 11 anni di carcere. Lo ha reso noto il marito, Reza Khandan. Cinque anni per aver «minacciato la sicurezza nazionale» , uno per «propaganda contro il regime» , altri cinque per essere apparsa senza velo sul capo in un video. Quest’ultima accusa è spuntata, a sorpresa, nelle scorse settimane. Il filmato risale a due anni fa: seduta alla scrivania, capelli corti, occhiali, il corpo nascosto in un’ampia giacca nera, Nasrin ringrazia l’organizzazione di Bolzano «Human Rights International» per averle conferito il «premio diritti umani 2008» . Non aveva potuto ritirarlo di persona perché le era stato confiscato il passaporto, e perciò aveva inviato in Italia quel video, che un sostenitore ha poi diffuso su YouTube. Sulla scrivania si vede una statua della Giustizia, con la spada nella mano destra e una bilancia nella sinistra. La condanna di ieri le proibisce anche, per 20 anni, di lavorare come avvocato e di lasciare il Paese. Gli Usa hanno chiesto la sua liberazione immediata. Nasrin ha 47 anni, una figlia di 11 e un figlio di 3. «Donna-tigre dalla voce tenera» , «sempre calma, soprattutto nei casi più dolorosi, per poterli gestire con efficienza» : l’ha descritta così una giornalista iraniana che la intervistò qualche anno fa, quand’era «magra ed esile persino al quarto mese di gravidanza» . Per protesta contro l’isolamento, ha condotto ora un lungo sciopero della fame. Il marito Reza, che di mestiere fa il grafico pubblicitario, dice che ha potuto vederla solo durante le udienze, e all’ultima «era così emaciata da essere quasi irriconoscibile» . Gli attivisti per i diritti umani affermano che Nasrin Sotoudeh è stata arrestata per il coraggio nello svolgere il suo lavoro. Parvin Ardalan, una delle fondatrici della «Campagna di un milione di firme» , sua amica ed ex cliente, spiega dalla Svezia che le autorità volevano che l’avvocatessa smettesse di concedere interviste ai media stranieri sui detenuti politici da lei rappresentati, arrestati dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009. Le era stato anche ordinato di abbandonare la difesa della Ebadi (è accusata di evasione fiscale; e il principale foglio del regime ha scritto che collabora con l’intelligence straniera). Ebadi e Ardalan hanno lasciato l’Iran nel 2009, Sotoudeh è rimasta. «Questo verdetto ingiusto e duro mostra quanto la Repubblica Islamica abbia paura dei difensori dei diritti umani. Vogliono dissuadere chiunque dall’occuparsene» , ha detto la Ebadi. Almeno 15 avvocati e attivisti dei diritti umani sono stati incarcerati o spinti all’esilio dal 2009. Il marito Reza presenterà appello. Intanto cerca di tenere alta l’attenzione sul caso. Di lui Nasrin ha detto: «Non si lamenta mai del mio lavoro e degli orari strani che faccio» . Lo ha definito un uomo «moderno» che «crede nella vera democrazia» e «un amico» . Reza è stato avvertito (l’ultima volta ieri) che se non smette di parlare con i media verrà arrestato. Ma ha continuato a passare i messaggi della moglie alla stampa. L’ultimo, prima del verdetto, diceva: «Se uno deve andare all’inferno, meglio farlo a testa alta. Lasciate che mi condannino con una sentenza dura, mi farà onore» .

Paolo Lepri : " Dopo Sakineh è la volta di Nasrin. I tragici sberleffi di Ahmadinejad "


Shirin Ebadi mostra una foto di Nasrin Sotoudeh

Attorno alla donna che rischia l’impiccagione per adulterio la leadership iraniana ha organizzato infatti una macabra messinscena fatta di annunci contraddittori, false piste, confessioni pilotate: un polverone che sembra fatto apposta per confondere le acque e poter colpire poi al momento più opportuno. Ora è la volta di Nasrin, la legale del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi: undici anni di carcere per «reati contro la nazione» , «propaganda contro il regime» . E c’è molta preoccupazione per le condizioni di questa donna coraggiosa, minata da lunghi scioperi della fame e tenuta in isolamento dal giorno in cui, quattro mesi fa, fu arrestata. Al regime di Mahmoud Ahmadinejad sembra a volte non dispiacere il significato beffardo che assumono molte delle sue decisioni. È infatti paradossale che a Nasrin — quarantacinque anni, madre di due bambini— sia stato addebitato in un secondo tempo anche il reato di «violazione del codice di abbigliamento» per un filmato in cui sarebbe apparsa senza il velo islamico. Un’accusa in più, arrivata proprio mentre lottava disperatamente per difendersi, anche a costo di compromettere gravemente le sue condizioni di salute. Come beffarda fu, qualche settimana fa, la convocazione dell’ambasciatore britannico a Teheran in segno di protesta per la repressione delle manifestazioni studentesche. Un vero Absurdistan, per rubare a Gary Shteyngart il titolo del suo libro: il governo che elimina senza pietà gli oppositori censura la polizia londinese nei ritagli di tempo. Ma non c’è purtroppo solo lo sberleffo nella filosofia del regime di Teheran. Quella mostrata ieri è la sua faccia più dura: la vicenda di Nasrin Sotoudeh merita una condanna senza se e senza ma da parte della comunità internazionale. Alla avvocatessa della Ebadi è stato proibito di esercitare la sua professione e di lasciare il Paese per i prossimi vent’anni. Anche se verrà prima o poi rilasciata, l’Iran sarà per Nasrin quello che è veramente: una prigione a cielo aperto.

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