L'analisi storica che Vittorio Messori fa del riacutizzarsi della persecuziona anticristiana nei Paesi islamici è vera ma non completa e neppure esaustiva. Non lo è totalmente, perché nel suo ragionamento c'è uno iato e una topica storica. Lo iato è costituito dalla motivazione del recente riacutizzarsi dell'intolleranza nei confronti dei cristiani che starebbe "nell'intrusione violenta del sionismo che è giunto a porre la sua capitale a Gerusalemme, città santa per i credenti quasi alla pari della Mecca". Lo stato ebraico (altro che sionismo: sembra di sentire parlare gli arabi che chiamano Israele "entità sionista"!) è lì, nella terra dei suoi antenati, dal 14 maggio 1948, una terra frutto di acquisto a caro prezzo e di guerre sanguinose provocate dai continui tentativi di "ributtare tutti gli ebrei a mare". Guarda caso, Israele ha posto la sua capitale a Gerusalemme. Per provocare gli arabi? Niente affatto! Perché quella era la loro capitale finché i Romani li cacciarono, dopo due guerre sanguinose, nel 135. Chiedo a Messori se gli risulta che Gerusalemme sia mai stata capitale di qualche altro Stato islamico nel corso della sua lunga e tragica storia. A me risulta che lo fu solo di un regno cristiano che non durò neppure cent'anni, costituito al termine della prima crociata (1099-1187). Mai fu capitale di un qualsiasi Stato islamico. Quanto alla sua santità (in arabo Gerusalemme di dice proprio Al Quds, che significa la Santa), deriva da un oscuro versetto del Corano che parla di un rapimento di Muhammad dal "tempio al tempio più lontano", passo tardivamente interpretato che rapimento dalla Mecca a Gerusalemme. Non è santa "quasi alla pari della Mecca" ,come afferma Messori. Essa è la terza città santa dell'islam, almeno di quello sunnita, preceduta pure da Medina dove il rasul è sepolto. Non mi risulta di aver visto, in tanti anni di frequentazione di quei luoghi, che Gerusalemme sia meta di pellegrinaggi islamici (essa è meta di quelli ebraici e cristiani, sicuramente), mentre fiumi di pellegrini musulmani si riversano ogni anno a Medina e, soprattutto, alla Mecca. Inoltre, vorrei segnalare a Messori che se la causa del riacutizzarsi dell'intolleranza nei confronti dei cristiani nell'ecumene islamica è "l'intrusione violenta del sionismo a Gerusalemme", come mai la reazione è stata così tardiva? Infatti, è dal 1950 che lo Stato di Israele ha posto la propria capitale a Gerusalemme, quantunque l'atto non stato riconosciuto dagli Stati esteri che hanno continuato a mantenere le loro ambasciate a Tel Aviv. Possibile che i musulmani si siano accorti solo cinquantadue anni dopo (anno dell'attentato alle torri gemelle che ha dato il via alla reazione antioccidentale) della presenza di Israele e della circostanza che ha scelto Gerusalemme come sua capitale? Non siamo ridicoli. Le cause sono ben altre. E qui sta la topica storica (e religiosa) in cui è incorso Messori. Sotto il profilo religioso ci sono motivazioni ben più pregnanti per i fanatici seguaci del rasul per prendersela con i cristiani e Israele, in questo caso, non c'entra nulla.. Esse sono cause connaturate alle due religioni. Infatti, cristianesimo e islàm sono due religioni assolute, nel senso che si ritengono entrambe portatrici della verità assoluta e della salvezza universale. Pertanto, delle due l'una: o è falso il cristianesimo o è falso l'islàm. Dal momento che nessuna delle due religioni è disposta (giustamente) a cedere, ecco che periodicamente la competizione strisciante esplode violentemente e chi paga oggi sono i cristiani, in quanto seguaci della legge dell'Amore, che da tempo hanno rinunciato al proselitismo, pratica che, per contro, è sempre in auge nell'Islàm fedele ai suoi immutabili principi e alle disposizioni coraniche non interpretabili. Dunque, sbagliano i cristiani o sbagliano i musulmani? Forse sbagliano entrambi nel ritenersi monopolisti della verità e della salvezza. La verità trascende l'uomo e la salvezza è data da Dio nei modo che sono appannaggio della sua libertà. Pertanto, il duello fra cristianesimo e islàm prescinde dall'esistenza di Israele e la precede. Il conflitto con Israele ha ben altra natura. Una terra islamizzata (e quella di Israele lo è stata) non può più essere deislamizzata. Per questo il fanatismo islamico vorrebbe ricacciare in mare tutti gli ebrei che hanno osato fondare uno Stato ebraico in una terra già illuminata dalla luce della Mezzaluna. Si tratta di un sogno analogo a quello che molti musulmano coltivano: ritornare in Spagna e in Sicilia, terre che, come è noto, hanno conosciuto il dominio dell'Islàm. Le analisi vanno fatte a trecentosessanta gradi, non in modo abborracciato prendendo ciò che fa comodo al proprio ragionamento. Non è da storici procedere così. Ma qui viene fuori quel sotterraneo antigiudaismo che non è mai morto in certo cristianesimo, cattolico o acattolico che sia, morbo di cui neppure Messori, con il quale ho già polemizzato in passato e dal quale ho solo ricevuto solo una replica piccata e arrogante, sembra essere immune.
Maurizio Del Maschio
*******************************
copia di e-mail inviata al Corriere della Sera per Vittorio Messori
Dopo aver letto il suo articolo pubblicato oggi, le faccio osservare che è proprio lei che non segue le parole, che pure cita, di Benedetto Croce: la conoscenza della storia è il miglior antidoto. Non può infatti ignorare che non è vero che il “detonatore” sarebbe stato “l’intrusione del sionismo che è giunto a porre la sua capitale a Gerusalemme”.
Sostenere ciò significa dimenticare tutto quanto successe in Medio Oriente mentre in Europa si esaltavano il fascismo e il nazismo, non a caso alleati del gran muftì di Gerusalemme.
La storia, signor Messori, non deve essere accantonata.. Sempre da una attenta valutazione dei fatti e delle parole dette e scritte da innumerevoli personalità del mondo islamico, non può non apparire evidente la volontà dell’islam radicale (del quale lei non fa cenno alcuno) di annientare “prima quelli del sabato e poi quelli della domenica”. Il significato di queste parole, spesso pronunciate e scritte nei paesi arabi, è chiarissimo; è il Corano che spinge alcune persone a volere questo, ed il non parlarne non permette davvero di comprendere quella realtà che, oramai, anche noi in Europa dobbiamo imparare a fronteggiare.
Distinti saluti
Emanuel Segre Amar