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La Stampa Rassegna Stampa
08.01.2011 La donna che piange fa scappare il maschio
Una ricerca all'Istituto Wiezmann di Rehovot

Testata: La Stampa
Data: 08 gennaio 2011
Pagina: 22
Autore: Piero Bianucci
Titolo: «La donna che piange fa scappare il maschio»

Una ricerca all'Istituto Weizmann di Rehovot (Israele), ha dimostrato che la donna che piange fa scappare il maschio. L'annuncio non cambierà le sorti del Medio Oriente, ma farà discutere. Oggi, 08/01/2011, è su molti giornali. Lo riprendiamo dalla STAMPA, a pag. 22, di Piero Bianucci, con il titolo " La donna che piange fa scappare il maschio". Appunto.


Roy Lichtenstein: la ragazza che piange         Istituto Weizmann, Rehovot,Israele

C’ è lacrima e lacrima. Il tipo detergente è una cosa. Quello emotivo un’altra. Se poi la lacrima di tipo emotivo scende dal ciglio di una donna, gli uomini stiano in guardia. Non perché è seduttiva, come qualche ingenuo romantico può pensare. Al contrario. Perché la lacrima femminile libera messaggi chimici che, captati dal maschio, ne abbassano il desiderio sessuale. Come? Facendo diminuire la produzione di testosterone, il re degli ormoni virili.

E’ il risultato di una ricerca pubblicata su «Science» da una équipe dell’Istituto Weizmann (Israele) sotto la guida di Noam Sobel. Lo studio si è svolto su un piccolo campione di giovani: dovrà essere ampliato e approfondito. I primi dati però sono inequivocabili. Il calo della reattività sessuale è stato misurato sugli ormoni e «visto» tramite risonanza magnetica funzionale (fRM) nel cervello dei giovani sottoposti al test.

Si parla di lacrime, ma il set dell’esperimento fa sorridere. Immaginatevi un gruppo di ragazze chiuse in una sala cinematografica dove si proietta un film tristissimo: una storia d’amore infelice, con i buoni che perdono e i cattivi che li umiliano. Di fronte a tali dolorose vicende, le fanciulle piangono copiosamente. I tecnici raccolgono le lacrime distillate nell’immedesimazione con l’eroe sconfitto, le mettono in provetta e le portano ai ragazzi, tenuti ben lontani dalle fanciulle. I ragazzi, cercando di rimanere seri, annusano le provette. Naturalmente c’è anche un gruppo di controllo: ragazzi (più fortunati?) che, senza saperlo, annuseranno lacrime finte, prodotte con acqua salata e fatte scorrere sul volto delle stesse fanciulle quando non stavano assistendo a sceneggiature struggenti.

Così preparati, immaginatevi ora i ragazzi costretti a guardare immagini di donne attraenti che scorrono sullo schermo di un computer, con gli scienziati tesi a cogliere le loro reazioni.

Certo, sembra tutto un po’ strano, ma la vita reale nei laboratori entra così: ridotta all’essenziale, spogliata della sua complessità per poter rispondere a qualche domanda semplice e ben precisa, che in questo caso è: quale effetto hanno sugli uomini le lacrime delle donne?

Ed ecco il responso. In un primo esperimento, su 24 volontari maschi che avevano odorato lacrime femminili «fresche» e di origine emotiva, 17 hanno mostrato una flessione del loro interesse per le immagini di belle donne proposte dal computer. Invariata, invece, l’attrazione delle stesse immagini sui maschi che avevano odorato lacrime artificiali, ancorché fatte scorrere sugli stessi volti femminili.

In un secondo esperimento i ricercatori hanno misurato il livello di testosterone nella saliva dei giovani che avevano odorato lacrime vere: risultava più basso del 13 per cento rispetto al gruppo delle lacrime artificiali. La risonanza magnetica funzionale, tecnica diagnostica che permette di vedere in diretta l’attività cerebrale, scrutando l’ipotalamo, struttura che interviene nel sistema endocrino e nei comportamenti emotivi, ha confermato il calo di interesse sessuale nel primo gruppo.

Le lacrime (vere) sono chimicamente complicate: contengono proteine, enzimi, vari prodotti metabolici, amminoacidi, elettroliti, grassi secreti dalle ghiandole di Meibormio. I ricercatori israeliani cercheranno ora di scoprire se contengano anche feromoni sessuali. In ogni caso l’abbassamento del desiderio maschile non è l’effetto principale: le lacrime femminili agiscono prima di tutto inibendo l’aggressività, e a questo punto se ne comprende anche l’utilità evolutiva.

Rimangono interrogativi e riflessioni. Giacomo Rizzolatti ha scoperto alcuni anni fa i neuroni specchio: quando vediamo soffrire, soffriamo; quando vediamo gioire, proviamo gioia. Sono i neuroni dell’empatia. La loro efficacia sul comportamento è grande e immediata. Può darsi, dunque, che i feromoni delle lacrime siano retaggio di un antico linguaggio pre-umano.

Nella nostra cultura l’uomo non dovrebbe piangere: non è virile; ma in altre società il costume è diverso. Quali reazioni producono le lacrime maschili sulle donne e sugli altri uomini? Ancora: quanto c’è di «culturale» in tutto ciò? Nell’Ottocento il pianto femminile era un’arma di seduzione quanto oggi lo è il sorriso.

Ad ogni buon conto, ragazze, quando andate al cinema con il fidanzato, scegliete film umoristici se non volete rovinarvi il dopo film.

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