L'Onu si oppone alla costruzione di un muro che separi la Grecia dalla Turchia nel punto dal quale entrano circa centomila clandestini l'anno. Fino a pochi giorni fa la Turchia sembrava non essere del'avviso che la barriera entrasse nei propri piani, ma un incontro fra i rispettivi ministri degli esteri sembra aprire nuove possibilita. E' quanto riporta il CORRIERE della SERA di oggi, 08/01/2011, a pag,13, in un articolo di Maria Serena Natale dal titolo " Grecia e Turchia, accordo sul muro anticlandestini". Chissà se affronteranno anche il problema di Cipro, dove il confine fra la parte grca e quella turca è tuttora un punto di forte tensione fra i due stati.
Ecco il pezzo:

La barriera tra Grecia e Turchia
Una visita «cordiale» , il primo ministro greco George Papandreou invitato nella turca Erzurum per il lancio delle Universiadi, l’incontro con il premier di Ankara Recep Tayyip Erdogan e il rinnovato impegno «a lasciarsi alle spalle gli errori del passato per costruire un mondo di pace per le nuove generazioni» . Soprattutto, «unità sul fronte dell’immigrazione illegale» : riferimento al controverso muro anti-clandestini annunciato la scorsa settimana da Atene e subito criticato da Ue e Nazioni Unite. Un dossier che chiama in causa, avvertono i critici, l’idea stessa di Europa e le paure che portano a costruire nuovi muri a guardia dell’antica Fortezza. La barriera andrebbe a coprire 12,5 degli oltre duecento chilometri che separano i due Paesi, il tratto in corrispondenza della greca Orestiada e della turca Edirne dove la frontiera smette di seguire il corso del fiume Evros e può essere attraversata a piedi: soglia tra Oriente e Occidente, valico dal quale l’anno scorso sono passati oltre 100 mila migranti clandestini, con una media di 245 al giorno registrata nel solo mese di ottobre, prima che l’agenzia europea Frontex per il controllo delle frontiere inviasse 175 guardie a monitorare l’area. Nove rifugiati su dieci raggiungono l’Ue attraverso questa via. E la normativa europea prevede la possibilità di chiedere asilo solo nel Paese d’accesso all’Unione, al quale gli Stati membri possono quindi rimandare i migranti in qualsiasi momento. Un carico insopportabile per la Grecia in recessione, avvilita dall’alto tasso di disoccupazione e dove la pressione sociale legata all’immigrazione clandestina rischia di diventare esplosiva. «Sono un milione— ha ribadito ieri Papandreou — gli illegali attualmente sul nostro territorio» , spesso in centri di detenzione inadeguati e sovrappopolati. «Un problema comune, lavoreremo nella piena fiducia reciproca» , ha risposto Erdogan. Il muro, spiegano le autorità greche, andrebbe ad inserirsi in un piano generale di revisione delle modalità d’ingresso che mira a modernizzare un sistema d’asilo definito dall’Onu «disfunzionale» e che prevede tra l’altro l’istituzione di un comitato incaricato di valutare le richieste. Dal lato turco del confine invece le domande d’asilo sono esaminate direttamente dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr): chi ottiene lo status resta in Turchia in attesa di essere reinsediato in uno Stato terzo, ma il numero di posti disponibili nella Ue è sempre inferiore alle richieste. La questione dei migranti clandestini resta un potenziale motivo d’attrito tra i due vicini-rivali che nell’ultimo decennio hanno compiuto progressi significativi nelle relazioni bilaterali ma restano distanti su questioni cruciali come la divisione di Cipro e la disputa sui confini nell’Egeo (ostacoli nel cammino della Turchia verso la Ue). Non a caso ieri Papandreou ha pesantemente criticato le «violazioni dello spazio aereo greco da parte di jet turchi» che nei giorni scorsi avevano sorvolato isole contese. In una nota l’agenzia Onu ha ricordato come «raramente l’edificazione di barriere risolva i problemi alla base della pressione migratoria, inclusi quelli di chi è in cerca di protezione» . Gran parte dei clandestini che tentano di entrare in Europa dalla Grecia provengono da zone di conflitto come Afghanistan, Somalia, Iraq, Eritrea. «Si rischia che i richiedenti asilo per salvarsi ricorrano a vie più pericolose— spiega l’Unhcr —. Molti di loro si trovano in balia dei trafficanti di esseri umani» . Ieri due uomini sono annegati nel tentativo di passare l’Evros.
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